Autore disco: |
Maher Shalal Hash Baz |
Etichetta: |
Geographic (GB) |
Link: |
www.geographicmusic.com www.dominorecordco.com |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2003 |
Titoli: |
1) Sunrise 2) Open Field 3) The King Of North 4) His Banner Over Me Was Love 5) Pellican Of Wilderness 6) White Dream (To K. Miwa In Hagi) 7) Post Office 8) You Keep Saying In Your Heart 9) Remember My Labour Of Love 10) Good Morning 11) Blues Du Jour Bb 7/8 22.4.02 12) Tokyo Akinawa Scotland 13) What's Your Business Here Elijah? 14) Soldier Of Lead 15) From A Summer To Another Summer 16) Futility 17) 31st December 18) Peter Says 19) Interview 20) Golden Gulf 21) For A Recorder And A Euphonium 22) Firing Results 23) Molecular Structure Of Clay 24) Fern On The Slope 25) Muddy Water 26) Hang Around In The Mall 27) Highway 28) Cockerel 29) No Sheep 30) Apple Glazed Vase 31) Iyomanzai 32) Psalm 136 33) Blow A Horn 34) Apple Glazed Vase II 35) Coregians 36) Blues Du Jour Am 8.6.01 37) Blues Du Jour Cm 5.02 38) Yagi Otalaryngologist 39) I Have Run The Course To The Finish 40) Bus 41) Cheap Clothes |
Durata: |
48:48 |
Con: |
Saya, Naoto, Tori, Namio, Ueno, Hiroo, Reiko, Alison Mitchell, Ruth Mills, David Scott, Katrina Mitchell |
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"Blues Du Jour" è solo il secondo disco europeo dei Maher Shalal Hash Baz, dopo il mini-CD / 10"-EP "Maher On Water", dal momento che "From A Summer To Another Summer" era una raccolta di materiale già uscito in Giappone, laddove il gruppo è in attività già dai primi anni '80. La loro musica è una deliziosa miscela che possiede un'attitudine lisergica senza allargarsi verso quelle dilatazioni senza limite tipiche della psichedelia, così come possiede un'attitudine lo-fi senza incappare nella pochezza d'arrangiamento che contraddistingue quel genere. Se c'è un termine che può apparire realmente appropriato a definirla, questo è 'bizzarra'. Certamente lo spirito folletto del primo Syd Barrett, come fatto notare da altri, è la presenza che emerge a prima vista. Così naif! Ma c'è dell'altro in questo straordinario ibrido. La musica pop francese degli anni '60 (gli increduli ascoltino Post Office, Blow A Horn o Remember My Labour Of Love), ad esempio, o la vena più bizzarra di Lou Reed, quella che porta in direzione di Jonathan Richman, cacchio... sentitevi Highway, magari passando per un songwriter come Tom Rapp. E che dire del gusto stravagante che contraddistingue gli arrangiamenti: i Kinks, i Love di "Forever Changes", quello strano tipo di 'Tricheco' quando era in stato di grazia.... Tutto ciò potrebbe bastare, se non fosse che Tori e Reiko Kudo - i due leader indiscussi del gruppo - hanno una spiccata personalità che li rende assolutamente unici. Tutte le influenze citate sono avvertibili all'interno di un discorso affatto personale e singolare. Le canzoni, seppur brevi, sono sempre imprevedibili e contengono variazioni sufficienti a renderle strutturalmente immuni dal rischio della banalità . Futility è il titolo che meglio le rappresenta, indipendentemente dalla sua bellezza, perchè descrive in una parola il loro mondo, che può apparire futile ma non per questo meno importante, e dignitoso, di ciò che viene quotidianamente fatto passare per necessario. Poi c'è la ricca strumentazione, che sembra recuperata dal rigattiere, con roba come pixiphone, cockerel, whistle, euphonium, darshimar, tamberlin.... Tanta eccentricità fa pensare a un'immagine speculare della Incredible String Band, speculare perchè mentre costoro guardavano a Oriente stando a Occidente i Maher Shalal Hash Baz compiono il gesto opposto... per il resto direi della stessa frondosa strumentazione, della stessa predisposizione a presentarsi come famiglia (o comune), della stessa indole da trovatori. Mi sembra che non c'è altro da dire, se non che il disco è stato registrato in Scozia e masterizzato agli studi Abbey Road, altro bel riferimento storico, e che fra gli ospiti va obbligatoriamente citata Katrina Mitchell dei Pastels. Ps: non dimenticate lo splendido CD solista di Reiko Kudo, uscito circa due anni fa, "Rice Field Silently Riping In The Night" (non mi stancherò mai di dirlo... fino a diventare noioso e antipatico).
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