Con la terza uscita dell`etichetta austriaca Mosz i nodi vengono al pettine: se tre indizi fanno una prova, allora, dopo i dischi di Kapital Band 1 e Martin Siewert, con questo nuovo di Peter Szely viene svelato l`elemento caratteristico delle produzioni dell`etichetta ovvero l`elettronica nella sua accezione `pop`. Cosa racchiude il mondo di Szely? Ritmi minimali alla Pan Sonic sopra cui vengono inseriti una serie di variazioni elettroniche dalle tinte più disparate: techno astratta (Welcome to my world), un folk liquido che mostra cosa succederebbe a processare la chitarra di Mazzacane Connors (Hokkaido desert) o quella di John Fahey (Like a fish in the water), bellissimi suoni percussivi in stile japanese (I love guitar), registrazioni ambientali (Seaside e la ghost-track), voci al voocoder che formano loop intriganti (Lifestyle).
Tutto il disco risulta essere molto delicato, quasi ovattato, sulla scia delle migliori produzioni di `calda` elettronica minimale. Tuttavia l`uso della chitarra processata riesce a connotare maggiormente l`opera di una sua caratteristica ed originalità , evitando il rischio di cadere nel fritto e rifritto. Peter Szely si dimostra infatti un chitarrista sui-generis nonchè dalla spiccata creatività ; arricchisce il suono di mille sfumature, lo cesella e lo conduce in soluzioni convincenti. “Welcome To My World” beneficia delle frequentazioni in abito di istallazioni e sonorizzazioni di eventi, dal teatro ai concerti, che sono stati il passatempo preferito di Szely negli ultimi anni; alla stregua di un architetto sonoro, l`artista viennese elabora e costruisce suggestivi paesaggi che sembrano provenire dalla luna o dallo spazio profondo. Si parla molto negli ultimi giorni di segnali captati nell`universo; che assomiglino a questi?
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