Questo romanzo mi ha riappacificato con Joseph O`Connor, dopo la delusione provocata da “La fine della strada”, un autore che avevo scoperto leggendo quello splendido gioiello che è “Il rappresentante”. La scrittura è tratteggiata con padronanza e i personaggi con vivida maestria, gli intrecci e le ricuciture fra le loro storie si incastrano in modo geniale e la rivelazione degli arcani è elargita con la giusta parsimonia, in modo di destare l`interesse del lettore senza soffocarne la fantasia o assassinarne le supposizioni.
Il libro è ambientato a metà dell`Ottocento, durante una grave carestia che colpì l`Irlanda, ed è il frutto di un`accurata ricerca storica effettuata dall`autore. La narrazione è ordinata come se fosse una raccolta di documenti e di testimonianze, avendo per sfondo l`Oceano Atlantico e come ambiente in cui si svolgono i fatti la Stella del Mare, una nave che fa la spola fra l`Irlanda e l`America. Ma i fatti si dilatano, seguendo la vita dei personaggi, al di là e al di qua dell`Atlantico, fino a perdersi nelle lotte per l`indipendenza in Irlanda e per l`emancipazione dalla schiavitù in America.
Ma al di là delle singole storie, e al di là dei conflitti, “Stella del mare” è soprattutto un libro sull`emigrazione, su questo fenomeno che porta grandi masse umane a spostarsi da una parte all`altra del pianeta, e basta fare dei raffronti per capire come i bisogni che muovono le emigrazioni, i meccanismi che le sostengono, le tragedie che le accompagnano, le leggi che le regolano e i profitti che (per alcuni) ne derivano non sono certo cambiati. Un episodio mi ha fatto ripensare a quel ragazzo africano che si era nascosto sotto la carlinga di un aereo, o qualcosa del genere, arrivando a destinzione congelato.
Ma una lettura attenta fa intuire che tante altre cose non sono cambiate. Fra le cose che O`Connor lascia dire ai suoi personaggi c`è più di una rivelazione, cose che magari già sappiamo, ma sulle quali non ci soffermiamo mai a riflettere.
Parlando di cantastorie, ad esempio, a pagina 98 è scritto: `E pazienza se raramente inventavano nuove melodie, ma riprendevano quelle vecchie e già note a tutti: come vinai che versano il nettare novello nelle splendide bottiglie del passato. Semmai, anzi, questa consuetudine valeva loro un`ammirazione ancora maggiore. Il loro vino aveva un gusto più pieno, quando infuso dalle spezie dell`antichità `. In pratica l`utilizzo dei campioni era già in uso ancor prima che venissero inventati i campionatori.
Oppure a riguardo dell`arte di manipolare la realtà da parte dei media (pagina 204): `I giornali riportarono le cronache dell`efferato delitto. In maggioranza erano rimaneggiate o pesantemente censurate... Taluni articoli rappresentavano la vittima come «uomo sposato e padre di famiglia»; altri come «tutore dell`ordine di lunga esperienza» o «devoto metodista e astemio che aveva scelto di servire la legge per soccorrere i miseri». Senza dubbio era stato tutte queste cose, come nello stesso tempo molte altre... ogni racconto ha bisogno di un eroe e di un furfante. Solo che in questa storia di furfanti ce n`erano due. La rappresentazione si attagliava sia all`omicida sia alla vittima`.
O ancora sulle responsabilità che ha ognuno di noi rispetto ai meccanismi che regolano il mondo: `Potevi startene a guardare un mondo in cui venivano strappate lingue, in cui esseri umani erano marchiati come le vacche longhorn, chiamati con i nomi dei selvaggi che li avevano comprati, e dire che tu in questo non c`entravi? I vestiti sulla sua schiena, le belle scarpe ai piedi, gli stessi libri di filosofia nei quali si vivisezionava il concetto di eguaglianza: tutto questo era stato comprato con i soldi della servitù, con il fondo fiduciario istituito dai suoi antenati schiavisti. «Ora sono denari puliti» diceva suo nonno. Ma non esistevano denari puliti in un mondo sporco`.
Quindi “Stella del mare” è una lettura super-consigliata, meglio, magari, se accompagnata dall`ascolto di un disco storico quale può essere “Ride On” di Christy Moore.
Ah, se solo la sorellina sapesse usare la voce come Joseph sa usare la penna...
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