Sono solo pochi giorni che Alfredo Rastelli ha tessuto le lodi dell`ottimo “Ataxia” ed ecco ancora due CD di musica improvvisata, non proprio freschi d`uscita, provenienti dai nostri antipodi. Due dischi che non sarebbe giusto passare sotto silenzio, nonostante il ritardo di questa recensione, dal momento che la loro qualità e più che buona... e, poi, meglio tardi che mai. In “Bridges” un trio abbastanza simile a quello di “Ataxia”, strumenti elettronici invece del pianoforte preparato, è incline a un`improvvisazione di stampo piuttosto torrenziale. Il suono è pieno e dalle timbriche alquanto metalliche e si distingue, rispetto al solito modello già citato, per una impostazione meno `ritmica`, in altre parole per una preferenza accordata a suoni lunghi e glissandi vari. Mezz`ora di musica è un po` poca per un giudizio che sia troppo impegnativo, certo è che la nuova generazione australiana sta dimostrandosi particolarmente capace e originale in questo tipo di produzione musicale. Inutile negare che non c`è nulla di particolarmente nuovo, in ciò che viene proposto, e che la musica dell`AMM rimane un faro fisso la cui luce è difficile, forse impossibile, non vedere. Eppure sia l`ensemble guidato da Pateras sia questo trio si distinguono per un approccio meno, nel nostro caso assolutamente non, feldmaniano. Si diversificano perchè mostrano d`aver acquisito, e integrato nel loro linguaggio, quanto è successo dal giorno in cui l`AMM emise i primi vagiti ad oggi. E di cose, inutile negarlo, ne sono successe: la musica industrial, l`emergere della scena giapponese, l`estetica Mego.... Il tutto sommato a quel po` di spregiudicatezza tipica delle situazioni prive di una tradizione specifica. E` più facile uccidere il padre se non ce l`hai. Se mezz`ora è poca, una parziale conferma sulla qualità dei tre musicisti arriva dal disco in solo del batterista / percussionista Will Guthrie. Se anche qui è doveroso citare l`opera di Stockhausen, Ze`v, Eddie Prevost, Günter Müller, Jason Kahn e, perchè no, Matt Weston, ciononostante vanno riconosciuti all`australiano dei tratti personali che, se non di effettiva originalità si tratta, quantomeno derivano dal saper miscelare con intelligenza e buon gusto quelli che sono gli stilemi frequentati e acquisiti. Le possibilità di una crescita strepitosa ci sono tutte, nel frattempo non lasciatevi sfuggire questi primi segnali da un mondo in continuo subbuglio ed evoluzione.
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