La Die Schachtel sta svolgendo un ottimo lavoro di documentazione su una tradizione elettronica, quella italiana, molto più ricca di quanto la storiografia possa lasciar credere. Più ricca e assolutamente non limitata alla triade BerioNonoMaderna che, se non altro, ha ottenuto un pur minimo riconoscimento ufficiale. Dopo Pietro Grossi, i riflettori sono puntati adesso, con questo secondo vinile del catalogo, su Enore Zaffiri, sperimentatore sonoro e visuale nella Torino che va dal primo dopoguerra ad oggi. Lì svolge attività didattica e lì appronta lo Studio di Musica Elettronica e lo Studio di Informazione Estetica (il secondo insieme a Sandro de Alexandris e Arrigo Lora Totino). Lì porta avanti i suoi esperimenti di musica elettronica e video-art. La musica reticolare del titolo sta ad indicare una tecnica compositiva basata su formule geometriche e/o matematiche, linee che si svolgono riavvolgono, che provengono dal nulla dirette all`infinito, che si sovrappongono e si sottraggono, che sfuggono, tangenti, alla memoria dell`ascoltatore, rigenerandosi ad ogni nuovo appuntamento... e di punti che si dilatano, si sommano, corrono annichilendosi e producendo gli stessi risultati. Sperimentatore, non tanto per azzardate e impenetrabili costruzioni armoniche quanto per tecniche creative assolutamente originali e precorritrici dei tempi. La sua è una musica priva di certezze. Una musica problematica. Questo vinile raccoglie sei composizioni (o frammenti) che vanno dal 1965 al 1968. Le prime cinque racchiudono nel titolo la strutturazione stessa del reticolo sonoro, Tr/e.54.IV, ad esempio, sta ad indicare `triangolo equilatero.54suoni.4sequenze`, vale a dire una composizione strutturata sulla figura di un triangolo equilatero, dove lo schema grafico altro non è che un`organizzazione dei parametri sonori. Il sistema così messo a punto può generare quattro sequenze di 54 suoni ciascuna (vedi fra le immagini l`ardita partitura del brano). Il quinto brano è una variante del quarto, e ciò rende solo una piccola idea dell`infinita possibilità di variazioni che offrono tali sistemi di scrittura. L`interesse verso Pr/5.a e Q/81 può spostarsi oltre, nel senso che questi due brani rappresentano diversi esempi di collaborazione con altrettanti pittori: Salvador Presta e Antonio Calderaia. Nel primo caso Zaffiri ha costruito uno schema basandosi su un quadro del pittore mentre nel secondo caso pittore e musicista hanno lavorato assieme, ne è nata un'opera interdisciplinare (“Progetto Q/81”) pubblicata in Germania dalla Hofhaus Presse di Düsseldorf. Ancor più interessante, e direi splendido, l`ultimo brano in scaletta. Un breve frammento di un progetto idealmente destinato a un miraggio sonoro della durata di un anno, e di cui sono state realizzate solo due ore che richiesero una quantità spropositata (in tempo) di lavoro. L`idea dei primi sperimentatori elettronici visti come alchimisti alla ricerca della pietra filosofale - una musica infinita - è veramente suggestiva e seducente. Il nostro ultimo apprezzamento va alla Die Schachtel per la splendida confezione, arricchita da due paginone ricche di note - ah, quanto vi ho attinto... - e da altre due pagine contenenti la riproduzione di alcune immagini realizzate al computer dallo stesso Zaffiri.
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