L`Aleatory Productions di Nicola Giunta non avrebbe potuto trovare un disco più a tono con la sua ragione sociale, dacchè Quieto..., a detta dell`autore stesso, è un brano strutturalmente basato nella casualità . Allo stesso modo in cui la casualità ha sicuramente influito nell`incontro fra l`autore e l`artista visivo Roberto Zito, incontro che ha innescato i motivi di un lungo percorso comune fatto di collaborazioni non sempre giunte a compimento.
“Dripping”, in ogni caso, è cosa reale.
Avrebbe potuto benissimo chiamarsi `talking song`, poichè la musica nasce come risultante di un dialogo o, meglio, della sommatoria di più dialoghi. Quieto... è composto in (di) due fasi ben distinte, entrambe basate sull`interscambio in divenire fra Luca Miti e Zito.
Nella prima fase il dialogo è vocale, e i due discutono, non senza una buona dose d`ironia e giocando sul filo sottile dei doppisensi, di arte, critica, storia, cultura, politica, e di quello che è il loro stesso vissuto. E` un discorrere arricchito da una serie di giudizi perentori, e ampiamente condivisibili, quali le affermazioni ...si chiama critico ma potrebbe chiamarsi venditore (riferita alla critica) o ...se tutto finirà bene e questi `signori` andranno dove è bene che vadano, chi è che rimedierà a tutti i danni che hanno fatto? (riferita al governo). In questa prima fase si stabiliscono anche le coordinate (o la struttura) finali del brano e il dialogo è interamente fissato su nastro magnetico.
La seconda fase è inerente alla scrittura, di tipo aleatorio, che è condotta, pure essa, a quattro mani. Da una parte le macchie di colore su foglio, fatte da Zito in modo casuale, e dall`altra l`interpretazione di quelle macchie da parte di Miti. La `gocciolatura` di Zito da vita a screziature, diverse per colore, forma e grandezza, che sono interpretate da Miti attraverso un pentagramma trasparente e, infine, trasformate dal musicista in note, accordi e silenzi.
Il terzo dialogo è quello che avviene in fase d`esecuzione, da una parte le note del pianoforte (sono gocce pure esse), sui cui tasti è trasferita la scrittura, e dall`altra il nastro magnetico con le voci dei due protagonisti, per un risultato finale che l`autore definisce come un `lied`.
In margine c`è un secondo brano, un unico dolente minuto commissionato all`autore da Maurizio Barbetti, e, quindi, ancora un dialogo a due... anche nell`esecuzione, dove il doppio si ripresenta nello strumentario, composto da viola elettrica e live electronics. Il brano è basato su temi `commerciali` senegalesi, musica `etnica` sì, ma di un``etnicità ` di oggi - contemporanea, insomma... del vissuto (ché, peraltro, altri motivi per far musica non ne esistono poi tanti).
Le edizioni della Aleatory, limitate a 50 copie numerate, sono improntate alla semplicità più assoluta. Un cartoncino ripiegato, una bustina di plastica, un foglio bianco da fotocopiatrice con le annotazioni dell`autore, un CD-R che non maschera la sua natura con nessun`etichettatura posticcia, una povertà d`immagine che cela un'incredibile ricchezza di contenuti. Una boccata d`aria fresca in un mare di prodotti spinti dalla pubblicità che, da qualsiasi angolatura li guardi, appaiono sempre più vuoti.
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