Per il suo primo disco solista, il tedesco Martin Siewert chiama a raccolta una serie di amici allontanandosi con una certa sorpresa da quei territori sperimentali in cui era solito agire con gruppi quali EFZEG, Trapist e nelle innumerevoli collaborazioni che lo hanno visto partecipe (ricordiamo, tra le uscite recenti, “Two Beautiful To Burn”, disco per Erstwhile nel 2003, insieme al batterista Martin Brandlmayr). Con “No Need To Be Lonesome”, seconda uscita dell`ottima etichetta austriaca Mosz, Siewert spiazza non poco l`ascoltatore che fino ad allora aveva seguito le sue produzioni fatte di micro-particelle sonore e micro-architetture; quello che ci viene propinato sono piuttosto corpose linee dub, ricche di groove, melodie esotiche ed elettronica krauta. Il richiamo alla Chicago anni `90 di Tortoise e Ui è innegabile. Martin Siewert dimostra una grande abilità e dimestichezza di mezzi lavorando con chitarra, basso, organo, sintetizzatori, elettronics e programming, coadiuvato in due tracce da una serie di importanti contributi dati dagli amici Martin Bradlmayr, Tony Buck, Werner Dafeldecker e Patrick Pulsinger che arricchiscono le cinque suite presenti nel disco. Just when though it was safe e Attraktor sono, di tutto questo appena riferito, il perfetto biglietto da visita con i loro bassi pulsanti dub, sintetizzatori kraut e, più o meno, minimali beat dance. Siewert lavora con grande cura, prediligendo il richiamo al dettaglio e alle lunghe progressioni (la title-track), operando all`interno dello stessa traccia anche opportuni cambiamenti di beat (Any other way to go?). Il disco è spiazzante, dicevo all`inizio, ma più per la forma che per la sostanza.
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