"2CD" (si, è proprio questo il titolo del disco), è la prima uscita di Kapital Band 1, nuovo progetto messo in piedi da Martin Brandlmayr, membro dei Radian e Trapist, e Nicholas Bussmann, già attivo in numerosi progetti ma che io voglio ricordare soprattutto per i suoi lavori, grazie ai quali l`ho conosciuto, con i grandi e tedeschi Inch Schwitze Nie. "2CD" è anche la prima uscita della neonata etichetta viennese Mosz, ed è un esordio prodotto in casa considerando il fatto che a gestire questa Label è un altro Radian, Stephan Nemeth, coadiuvato da Michaela Schwentner. La prima uscita dell`etichetta, si sa, è sempre qualcosa di speciale e i due 'boss' sembra abbiano voluto dotarla anche di una certa carica programmatica. La confezione, infatti, è quanto meno insolita e originale: si tratta di un doppio cd, di cui il primo è audio mentre il secondo nient`altro che un cd-r vuoto che non aspetta che di essere utilizzato. Tutto questo (ma c`è dell`altro) lascia pensare ad una presa di posizione molto chiara riguardo la diffusione della musica. Se è vero che a memoria ricordo solo un'altra operazione del genere, è anche vero che questa volta c`è una differenza non da poco: infatti la confezione è fornita di tutto il necessario per riprodurre una copia esatta del cd: non solo il cd-r è indistinguibile dal cd 'buono', ma con un semplice taglio di forbice si arriva facilmente a ricavare due libretti identici e precisi. Non possiamo che approvare, approfittarne e passare oltre. Alla musica, appunto. A giudicare dai nomi coinvolti, l`impressione che l`etichetta sia sbilanciata verso sonorità elettroniche sperimentali (e chiaramente ne seguiremo gli sviluppi) è confermata anche da questo primo lavoro. Siamo infatti chiaramente dalle parti degli Radian dell`ultimo disco. Non è poco ed è sicuro; la batteria di Brandlmayer è un marchio di qualità ormai riconoscibile e non ci si può che rallegrare per questo. E` veramente un`occasione da non perdere quella di ascoltare ancora una volta i suoi tocchi così personali, capaci di fregiare la musica, anche quella più fredda, di calda 'umanità ', soprattutto di rendere il suono un qualcosa di vivo e dinamico. A differenza dei Radian, la parte elettronica concede qualcosa in più all`ascolto e anche se non vorrei spendere la parola 'pop', specialmente se intesa nel senso comune, è innegabile che le tracks scorrano via che è un piacere, che siano ricche di suoni pur rimanendo semplici e armoniose e senza essere tuttavia mai glitch (possiamo finalmente dire che sia una novità ?). Capita così che vengano abbozzati andamenti funk e soul, inseriti di volta in volta frammenti rock (una brevissima schitarrata nel terzo pezzo), minimali ritmi tribali o atmosfere cupe e industriali e non risultare mai banale. Sicuramente un contributo decisivo in questo senso arriva da Bussmann, portatore di un carico di ironia e leggerezza non indifferente (e mi viene da pensare ai suoi impegni con Inch Schwitze Nie) e che libera il lavoro dalla una qualsivoglia pesantezza o da certa spocchia avanguardistica. Un lavoro bello e interessante.
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