Questo CD di Von Hausswolff dal titolo chilometrico, attraverso il quale lo svedese ha voluto riassumere le tre situazioni nel cui contesto è andato stavolta a mettere il dito, è il secondo tassello di una trilogia destinata all`etichetta belga e iniziata, qualche anno fa, con il notevole “Rays Of Beauty”. I temi affrontati in “...Cities... ...Airport... ...Church...” toccano alcuni aspetti delle grandi realtà urbane: lo squilibrio delle megalopoli, l`incoerenza degli spazi avulsi dal tessuto circostante e, infine, la mestizia delle strutture abbandonate.
Von Hausswolff è un esemplare perfetto del dualismo genio pazzoide / pazzo genialoide e la sua musica è impossibile da giudicare, tanto si situa fuori da ogni concezione di bello, e di brutto, così come da ogni idea di gusto corrente. La sua ricerca elettroacustica - o, meglio, psicoacustica, il suo utilizzo dei microfoni a contatto, di scorie sonore, la compressione e/o dilatazione di qualsiasi vibrazione, sono tutti elementi che hanno fatto, e continuano, a fare scuola.
L`unica appunto può riguardare il fatto che, in una discografia ormai piuttosto nutrita, questo è un CD prescindibile, perchè non aggiunge nulla di nuovo, che già non sapessimo, nell`economia delle sue sperimentazioni. Anche se per chi, come me, segue lo svedese passo dopo passo, prescindibile è un termine dal significato piuttosto vago. La critica, in ogni caso, non è affatto diretta all`artista, che conferma, piuttosto, il suo sdegnoso rifiuto di ogni pratica compromissoria. La sua figura, cioè, esce da questa nuova prova ulteriormente ingigantita.
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