Batteria e computer, bassi e percussioni, synth e lap steel; il tutto a convergere obliquamente nel rendere 'audibili' le opere dell`artista viennese Michaela Grill. Progetto audiovisual quindi, ma anche qualcosina in più data la caratura dei nomi coinvolti nell`operazione. I quattro in questione, gia membri di sigle come Trapist, Radian, SSSD e Kapital Band 1, operano una lettura sicuramente molto ma molto più avant di quella che ce li aveva fatti conoscere; ci si muove certamente fra le maglie larghe di certa improvvisazione di chiara matrice europea, ma senza ombra di dubbio la lente d`ingrandimento alla quale sono sottoposti i suoni è affascinante come non mai. Si opera prevalentemente sullo spazio e sulla sua definizione, quindi lecito attendersi distese solitarie ed impercettibilmente disturbate, granulosità assortite e strani conflitti ritmici. E poi, ancora attimi di confusione e di senso prossimo di collasso seguire strutture armoniche traverse che riconciliano il tutto con una lontanissima ipotesi, talvolta molto post. Nella seconda traccia strabilia letteralmente la tensione costruita sapientemente sull`incastro maligno ed ossessivo dei graffi elettronici e della ritmica che sfocia in un crollo emotivo finale sublime, che approda placidamente in un`ipotetica landa solitaria, sinistramente illuminata da un flebile raggio di luna. La Free Music Production è idealmente ad un passo; nessun eccessivo minimalismo, ne monocromia di sorta si annidano in queste note. Suoni che avvolgono in maniera netta e definita fluttuando con decisione nelle zone più periferiche dell`animo, come lo straziante incedere armonico e distorto della quarta traccia ci dimostra esibendo un carattere umorale vagamente simile al Fennesz più ispirato di “Endless Summer” passato ad un tritacarne inquietantemente Faust.
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