Scordatevi gli Storm & Stress. Chi, come il sottoscritto, sperava nei Battles, nuovo progetto di Ian T. Williams (S&S appunto e Don Caballero), come in una sorta di proseguo dell`avventura di quella fondamentale band, rimarrà deluso. I Battles infatti sembrano proseguire sulle coordinate tracciate dai Don Cab piuttosto che dalla loro nemesi `Impeto e Tempesta`. Tuttavia i riferimenti ai Don Caballero rimangono lati: gli intrecci sono matematici, i suoni nitidi, i cambi repentini ma il drumming di John Stainer è troppo statico per fare paragoni con l`esuberanza di Damon Che (che tra l`altro pare abbia riformato i Don Cab senza coinvolgere i vecchi compagni e sulla cui bontà non ci scommetto cinque cents). Tutto ciò non vuole essere una critica ma solo una constatazione. “EP C” è il primo di una trilogia di ep con cui i Battles hanno deciso di rivelarsi al mondo, ognuno inciso per un` etichetta diversa. Liquidando brevemente il passabile “Tres, Fantasy”, ep licenziato dalla Cold Sweat quasi in contemporanea a questo (due tracce: la prima un remix di TRAS2; la seconda, otto minuti di batteria ed elettronics) ed in attesa di `”EP B” in uscita a settembre per Dim Mak, veniamo a parlare di questo corposo ep con cui Ian T. Williams torna a farsi vivo a distanza di anni dall`ultima volta in cui l`abbiamo incrociato, coadiuvato stavolta da Tyondai Braxton (uno dei nomi più validi fuoriusciti negli ultimi anni dal panorama indie-sperimentale), David Konopka (Lynx) e John Stainer (ex-Helmet e Tomahak). I quattro hanno raccolto una manciata di pezzi nati e pasciuti per la maggior parte sui palchi che li hanno ospitati in questi ultimi mesi, in rappresentazione delle cosiddette prove generali. I buoni frutti non mancano: la novità (rispetto agli ex gruppi di Williams) risulta il connubio tra suoni elettrici ed elettronici (quest`ultimi merito di Tyondai Braxton) che si erge a tema guida di tutto il disco. I pezzi sono costruiti da più linee strumentali che si intrecciano creando coinvolgenti trame sonore e se ad un primo ascolto sembrano piuttosto sfilacciati, col passar del tempo rivelano una buona solidità strutturale e il giusto equilibrio tra le varie istanze.
Se non sembro molto entusiasta di questo lavoro però è solo perchè da Ian Williams mi aspetto sempre il colpo di genio che in merito a questo nuovo progetto ancora non avverto. Cinque soli pezzi sono pochi per capire in che direzioni si svilupperà il loro suono e soprattutto se Williams tornerà a scrivere quelle pagine memorabili che sappiamo essere in grado di offrire. Per il momento un voto di fiducia.
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