La Fringes, uscita dopo uscita, si conferma come un'etichetta attenta alla qualità delle proprie pubblicazioni, che può vacillare in un intervallo di qualità racchiuso fra il buono e l'eccellente, situandosi questo "Stille Post" quasi ai livelli massimi. Dopo la serie delle confezioni più canoniche dedicate ai materiali d'archivio, e dopo qualche pressaggio in vinile, ecco di nuovo il caratteristico, ed elegante, cartoncino a due pagine e mezzo, questa volta costretto dal formato a tre pollici in misure da miniatura. I venti minuti del mini-CD racchiudono più d'una particolarità , ad iniziare dalla suddivisione dell'unica traccia in 47 frammenti, montabili dall'ascoltatore in infinite combinazioni sequenziali. La materia sonora, registrata a fine 2000 da questi tre campioni dell'improvvisazione elettroacustica radicale, è andata incontro ad un lungo, e particolare, lavoro di post-produzione, scomposizione e ricomposizione, attraverso un processo di lavorazione che ha coinvolto separatamente i tre musicisti, i quali si sono rimpallati il materiale, via e-mail, per un totale di circa 80 passaggi. Il suono, da un punto di vista estetico, non è distante dal tradizionale mood Mego o dallo Zorn di "Duras:Duchamp", e coloro che hanno apprezzato quei lavori dovrebbero trovarsi in sintonia anche con questo piccolo gioiello di arteologia totale. All'interno dell'inevitabile frantumazione, o trituratura, sono ben apprezzabili le classiche timbriche di clarinetti, contrabbasso e percussioni, tali sono gli strumenti - insieme alle manipolazioni elettroniche - utilizzati dai tre, e ciò potrebbe far avvicinare all`ascolto anche qualche appassionato più tradizionale. Impossibile tentare una, pur minima, inquadratura dei protagonisti, tali e tante sono le loro presenze e collaborazioni, digitando i loro nomi in qualsiasi motore di ricerca potete comunque trovare pagine su pagine. Buon ascolto.
|