Non c`è che dire: ce ne hanno messo di tempo per realizzare il loro primo disco. Il precedente, infatti, era in pratica una raccolta di 10 pollici dalla quantità e qualità di musica così abbondante che fu immediatamente eletto tra i più alti esempi di hip hop di questi anni (eravamo nel 2001). Ma l`hip hop era chiaramente il classico specchietto per le allodole. Sotto si nascondeva l`essenza del pop nella sua accezione più ampia e nobile. Questo lavoro parte proprio da lì, e stavolta di hip hop ce n`è ancora di meno. Il disco ha una compattezza che il precedente non aveva, dipendente probabilmente dal fatto che i tre hanno lavorato su di un unico campione di organo, preso chissà dove, e sul quale hanno elaborato una serie di variazioni e stravolgimenti che li ha portati alla creazione di dieci canzoni di musica aliena. L`inizio di Pop song ci trasporta in una dimensione onirica: un gioiellino di moderna arte pop, semplice e morbida ma tutt`altro che banale, subito bissata da una The keen teen skip che sciorina voci infantili ad uso di linee guida del pezzo. Già , perchè le voci, e dunque i testi, hanno un`importanza fondamentale. Quelle di Why?, Odd Nosdam e Doseone lanciano parole in libertà , si sovrappongono e si intrecciano, cantano, parlano, ridono, rallentano ed accelerano fino all`impossibile (forse è questo l`unico riferimento hip hop rimasto nella loro musica), comunque mai sopra le righe, piuttosto diventano parte integrante nel caleidoscopio di visioni e colori creato dalla musica. Il resto del disco prosegue sotto un`atmosfera psichedelica, in cui convive l`elaborazione di campionamenti e la sovrapposizione di parti suonate. Un`arte di manipolare la musica, di giocare con essa e con l`essenza del `pop` che trova riferimenti passati solo nella lucida follia dei Residents (influenza che ritroviamo in maniera più marcata nei progetti solisti fatti al di fuori dell`esperienza cLOUDDEAD). Il bonus cd ripropone il singolo di Dead dogs two con il famigerato remix operato dai Bords Of Canada e un`eccezionale e oscuro brano strumentale ispirato da Mullholland Drive di David Lynch, a ribadire il legame che i tre hanno più con certa elettronica che con il mondo degli hip hoppers.
Un disco che ha ben pochi precedenti, che ci da ed immediatamente ci toglie una band indimenticabile: il loro scioglimento è stato infatti annunciato da tempo ed è scritto chiaramente nelle note del booklet; io non ci scommetterei. Anche questo fa parte del gioco.
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