Band interessante questa dei Tanake, fiorentina d`adozione ma sarda per 3/4. L`abbiamo conosciuta per essersi distinta tra le più valide proposte della recente compilation della Wallace, “P.O. Box52”, in cui riproponevano, rielaborandoli, passaggi dal loro ep di esordio; un lavoro in cui mostravano una spiccata attitudine per le costruzioni post-rock condotte a braccetto con certe aperture jazz di atmosfera. Rispetto a quel primo lavoro, “Reazioni pilomotorie” si pone in netta contrapposizione: a muovere le fila di questo nuovo disco è la voglia di liberare completamente la propria creatività cercando un approccio totalmente improvvisativo alla materia rock e dunque una resa live in grado di catturare la vera essenza della loro musica. Tappe importanti per arrivare a questo disco sono state un`attività dal vivo concepita sulla libera improvvisazione (di cui si può trovare un saggio nel lavoro “depressione” scaricabile gratuitamente dal loro sito) e poi l`esperienza parallela del piccolo combo free-jazz-rock dei Freetto Meesto, in cui suonano appunto due Tanake, Andrea Caprara al sax e Martino Acciaro alla batteria; influenza, quella del free-jazz, che rimane depositata anche tra le maglie di questo cd. Il cd si presenta benissimo, in confezione artigianale di lusso: un contenitore cartonato spartano con, all`interno, splendide foto simil-polaroid, diverse per ogni cd. La musica fa ancora meglio: la costruzione lascia il posto alla destrutturazione; session improvvisate vengono spolpate e ridotte all`osso liberando frammenti di intuizioni, il tutto riproposto senza sovra-incisioni; basso (suonato da Maurizio Bosa) e batteria tracciano le linee guida su cui si inseriscono, abrasive e trasversali, la chitarra (suonata da Roberto Acciaro) e il sax, intenti ad affilare piuttosto che a smussare la spigolosità della musica. Il cd è molto vario: si passa da momenti più meditativi (Olvidados e Quietarivoluzione) a schegge jazz-core in odor di Flying Luttenbachers (Barone Leopoldo von lasoch e Road map), fino a scorie post-rock sulla scia dei nostrani Bron Y Aur (Phosgene tank). Al di là dei riferimenti, la proposta brilla per personalità , soprattutto grazie a quel senso di ironia (si coglie soprattutto nei titoli dei pezzi) che è condizione essenziale per chi voglia addentrarsi in certi territori senza rimanere ingabbiato in una serietà che risulta spesso a doppio taglio.
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