Sachiko M è da qualche anno più o meno nota come una delle figure portanti delle scene 'onkyo' e
'no-input' giapponesi e mondiali. Armata di un singolo campionatore senza samples in memoria tesse stranianti strutture sussurrate usando una singola manciata di onde test, piccoli scricchiolìi e remoti feedback. Dopo aver di recente regalato al mondo due stupendi lavori in collaborazione con Ami Yoshida, vocalist con la quale condivide se non altro la struttura formale piuttosto che la gestione delle dinamiche di spettro, ritorna, in questo lavoro, assieme a Sean Meehan, quieto percussionista americano, qui armato d'un solo rullante. Ammetto di non esserne venuto a capo subito.
La musica di Sachiko M, qui appena contrappuntata, e solo occasionalmente, dalle estemporanee esplorazioni di superficie di Meehan, è cambiata, forse addirittura 'cresciuta': ed in linea con quanto ha sempre proposto, le onde, piuttosto che moltiplicarsi, accavallarsi o movimentarsi, diventano statiche, singole, imperturbabili. Ci sarebbe molto da dire a proposito di una donna ed un uomo, di una stanza che li racchiude, di occhi puntati su di un mixer e una sinuosoidale da 540 herz che gravita nell'aria così a lungo da farsi dimenticare, da costringere il cervello ad abbracciarla o a fuggire via, distraendosi. I pezzi si succedono in un continuum che, per come lo percepisco, tenta di sfidare il tempo semplicemente deponendosi al suo fianco, mettendo gentilmente chi ascolta davanti alla scelta di entrarci dentro o mentalmente errare altrove. Sachiko M, in questo disco, potrebbe di fatto star offrendo uno specchio, con l'istruzione non scritta di appenderlo contro una parete, a riflettere la stessa, senza fornire l'occasione di poterlo fissare: un koan che come tale, trova la sua impossibile risposta solo nel nostro giudizio sospeso, nel cervello che si interrompe, nell'afflato non descrivibile che ne succede.
Questa è musica per altri esseri, altre sinapsi. Noi, ancora 'umani', siamo lì con Meehan, animali ancora semplici che tentano di evincere significanti da utensili che non servono più allo scopo che li ha messi in vita, ma possono solo urlare e vibrare, impauriti e sommessi, guardando arrivare un futuro già remoto. Una prova di esistenza in vita in un contesto che ci sopraffarrà completamente, stupiti e silenziosi, gattini irrequieti in una stanza, che seguono con la testa il percorso anomalo di bizzarri fantasmi aurali.
|