Sembrerebbe facile, sulla carta, fare l`ennesimo buon disco di John Cage, tanta è la qualità e la quantità di materiale che il geniale musicista ha lasciato. I rischi, in realtà , sono alti, e non basta affidarsi ad un buon esecutore per dribblarli completamente. Tante sono le interpretazioni già fatte che c`è la possibilità di aggiungerne d`inutili, così come, visto che si tratta di un musicista storicizzato, sono plausibili esecuzioni tecnicamente impeccabili, ma poco conformi allo spirito del maestro.
“A Tribute” non corre questi rischi, innanzi tutto perchè l`esecutore è solito lavorare su pagine cageane ed è considerato addirittura uno dei massimi esperti in materia (è anche intestatario d`alcune splendide esecuzioni pubblicate dalla Wergo). L`ambito compositivo di sua pertinenza, poi, riguarda la musica per pianoforte, e vale a dire una delle massime espressioni dell`arte cageana. “A Tribute”, infine, è essenzialmente una raccolta di `early works” e al suo interno, accanto a materiale ultranoto, spiccano anche composizioni che vengono pubblicate per la prima volta in CD, se non addirittura per la prima volta in assoluto.
Tutte le composizioni risalgono agli anni `30 e `40, le prime al 1933 quando Cage aveva solo 21 anni, e fra esse risaltano i primi lavori per piano preparato. Buona parte di questi brani furono composti, e suonati dallo stesso Cage, come accompagnamento per spettacoli di danza moderna, e credo sia noto a tutti quelli che hanno un po` di dimestichezza con il compositore come egli abbia collaborato con i maggiori coreografi/ballerini suoi contemporanei (Syvilla Fort, Merce Cunningham, Pearl Primis, Jean Erdman...).
Le composizioni più note presenti nel doppio CD sono senz`altro Four Walls e le Sonatas And Interludes For Prepared Piano, mentre fra le novità più gradite c`è una Quest del 1935. Il brano, stando alle note di copertina, è sottotitolato secondo movimento e, secondo il musicologo olandese Paul van Emmerik, un primo movimento era strutturato come improvvisazione dove microfono, amplificatore ed altoparlante, appoggiati su un tavolo, venivano sollecitati con differenti oggetti sonori, tipo un orologio o dei giocattoli meccanici.
Come già detto si tratta di brani per pianoforte, essenzialmente in solo, con l`unica eccezione delle Three Early Songs, dove il pianista accompagna la voce tenorile di Robert White, e del Prelude (Piano Sextet) For Six Instruments In A Minor, musica da camera per piano, violino, violoncello, flauto, tromba e fagotto. La 9ª scena di Four Walls, poi, è un bozzetto esclusivamente cantato e affidato pure esso alle corde vocali di White.
L`ascolto di questo doppio CD è consigliato anche(soprattutto!) ai denigratori, n`esistono a bizzeffe di simili teste di rapa, dell`opera di Cage. L`utilizzo (inusuale) degli strumenti, di mood derivati dalle tradizioni orientali e afroamericana, di sezioni ripetitive, di suoni percussivi, di silenzi e rumori, il succo stesso di queste pagine fa del loro autore un precursore di buona delle idee musicali in consolidazione da 50 anni a questa parte. Ogni altra considerazione su un musicista, e su un disco, indiscutibili può essere solo banale e retorico. Buon ascolto.
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