Kinrisu è una giovanissima artista francese, conosciuta soprattutto per i suoi disegnini strepitosi e per una certa vicinanza alla strutture 'semplici' della pre-war revival folkmusic. Nel momento in cui le due sorelline-stiliste, modaiole e vogueiane registrano il bruttissimo elogio al cattivo gusto naif di "The adventures of ghosthorse and stillborn" lanciando la loro impresa di famiglia ai vertici delle classifiche indie come grandi impresarie da passerella, Kinrisu, confeziona e dipinge a mano, una ad una, le 150 copie di questo disco che dire 'intimo' e definirlo un disco speciale è poco. In queste 10 tracce, ovviamente manca la produzione di Valgeir Sigurdsson: il disco è fatto con due microfoni e qualche strumento atipico, pochi innesti di elettronica ed ha un livello di equalizzazione assai discutibile; ma la forza espressiva della cosiddetta 'povertà ' produttiva, più che rovinarlo, lo rende ancora più importante. La musica, non c'è niente da fare, si nutre anche di gesti esterni, e di immaginari forti; il suono stesso si stempera sul suo calco e ne produce un immaginario che deve necessariamente concordare con gli impulsi. Non ci sono brani minori in questo disco stralunato e pieno d'incanto, anarchico per eccellenza e liberamente ispirato a strani personaggi e fiabe assurde: basta sentire che direzione prende TN dopo la prima strofa (una chitarra plettrata con un organetto in sottofondo), o le diramazioni decostruttive di un pezzo come Step out of the door, a rivelare connessioni non troppo lontane dalla musica di Alela Diane, o di Twinsistermoon. Poi i materiali pseudo-elettronici, quelli fatti con 4 lire di suoni che, insieme all'altro progetto di Kinrisu, ovvero Strawberry Bones, già fa strada a possibili evoluzioni per i prossimi materiali. Si sente che questi materiali sono stati prodotti con una libertà espressiva ed una semplicità che vanno molto più lontano dalle mode lo-fi o dal tentativo di convalidare dei calchi o dei clichè funzionanti. E poi ci sono già dei grandi classici come Cooling Autumn breeze, o il pezzo più bello dell'intero disco Marie Virginia, che starebbe bene accanto ad uno dei strabilianti dischi di Tazio & Boy, altra formazione, di cui poco si conosce ma che grosse cose hanno prodotto. L'unico limite, che non pone questo lavoro a livelli insuperabili, a mio avviso, è dato dal difetto cardinale di non avere un mastering e quindi di apparire nudo e crudo, come lo sono quei materiali destinati direttamente all'ascolto tra amici; è forse questa anche la sua forza?
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