«Music For Shopping Malls is a collaboration between art and architecture think-tank Support Structure (architect Celine Condorelli and artist/curator Gavin Wade) and Beijing-based architect Wang Hui. Commissioned by Ou Ning, Emily Campbell, Shumon Basar and Joshua Bolchover for the British Council exhibition `Get It Louder`, Support Structure worked with three musicians involved in China`s tiny but lively experimental music scene - 718, Yan Jun and Zafka - to create background music for malls in Guangzhou, Shanghai and Beijing. The tracks were released on KwanYin Records, an imprint of Sub Jam, an independent label started by Yan Jun in 2000. Accompanying the CD was a set of bespoke shopping bags, developed in collaboration with Wang Hui, and made to order in the malls.»
Ispiratisi alla `muzak` da supermercato (per chi non la conoscesse consiglio l`allucinato film “Decoder” edito in Italia da Shake Edizioni e avente come attori gente come Genesis P-Orrige e FM Einheit), ed alla “Musique d`ameublement” (musica d`arredo) di Eric Satie, qui perfino incorporato con un frammento musicale `rubato`, i tre artisti cinesi che hanno composto le tracce di questo disco ci regalano un viaggio rilassante tra ambient e micro suoni degno di più blasonate opere occidentali.
Segnaliamo solo ora, in incolpevole ritardo (tra le tante merci importate clandestinamente dalla Cina purtroppo i CD mancano), questo dischetto di un`ora suddiviso in due parti distinte: la prima con composizioni dei tre autori, di cui le migliori sono forse le Music for Shopping Malls pt.1, 2 e 3 ad opera di 718, non a caso anche esperto autore di musiche per film occidentali. Bello anche il brano del nostro amico Yan Jun (di cui pubblicammo una lunga intervista mesi fa), una 4th Ring Shopping Killer molto meno ostica di altre sue opere e giocata interamente su un tono che si modula semistatico per nove rilassanti minuti, e la prova di Zafka, altro sountrack artist, che si cimenta con field recording di spiagge e suoni presi proprio da un centro commerciale, mescolandole a synth eterei, note di piano ed un canto riverberatissimo (ricorda certi dischi della Fax...).
In totale le cinque lunghe tracce di questa prima parte coprono egregiamente quasi tutto il disco, la cui genesi colta (che vede anche il coinvolgimento del British Council) è ampiamente spiegata nelle note che trovate a inizio recensione, per chi volesse approfondire.
La seconda parte, forse un po` superflua, include il suddetto frammento di Satie (che, onestamente, stona parecchio qui in mezzo) ed altri tre pezzi da pochi secondi, nelle intenzioni degli autori tutti da suonare in repeat (cosa che invece sconsiglio ai deboli di nervi).
Il disco, se si esclude queste boutade finali, è ad ogni modo splendido, anche per un packaging in cartoncino (ad opera dell`architetto Celine Condorelli) che riporta un esteso disegno di quelli da completare unendo i puntini. Non mi sono arrischiato a rovinare la mia copia (anche perchè i puntini sono 280, accidenti a loro!), ma pare che il risultato debba essere una carpa, animale dai profondi significati nella cultura cinese. Pare che con il tutto dovrebbe perfino essere accompagnato da uno `shopping bag` su misura per andare a fare la spesa, ma la mia copia ne è priva. Spero di trovarla in una bancarella clandestina...
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