Malagnino e Nuova Musica Rurale continuano ad inviar preziosi segnali.
Discontinui ed arruffati; dall`equilibrio precario, per pochi isolati completamente folli.
Eppur nonostante questo, fra i pochi nell`italico stivale in grado di suscitar riflessione ponderosa con il sorriso sulle labbra e le sinapsi che fremono di attività .
Fra una dedica a Pierre Schaeffer ed una caccia serrata alla sinfonia spontanea primordiale, l`obiettivo è puntato sulla voce umana e sui sommovimenti esterni/interni del corpaccio umano.
Di corde vocali ed intestino attivo, di rotule che scricchiolano e legamenti che si tendono, passa per presa per il culo detta cosi, ma la ciccia esposta per l`occasione provocherebbe invidia (sospetto io...) in più di un rigido/serioso ricercator experimental/avanguardista sparso in giro per l`Italia (ma non solo...).
Roots primordiale, suono che non erompe, è, perchè esiste da sempre; bisogna sviluppar orecchio atletico.
Pronto a coglierlo.
Ed allora nelle due tracce del cd-r, Malagnino e Riccio si gettan a capofitto nell`opera investigativa.
Che poi, oltre l`umano, ci sia pure un piccolo aiuto da parte di certa elettronica casalinga non importa, fa parte della magia generata.
Malagnino ispeziona il quotidiano, fra singulti e gemiti, fra risate e singhiozzi, li looppa e accatasta come fossero covoni di fieno lasciati ad essiccare per l`inverno, il panorama circostante ringrazia per l`ordine apportato.
Riccio concentra la propria attenzione sull`interno, lo spazio circostante è il luogo d`espansione (anche in questo caso una spintarella elettronica magari c`è, idem come sopra; non ce ne frega niente...), e dai che ti ridai, fra un movimento intestinale in uscita, un`onda che par sinewaves (e piacerebbe sapere se corporea o meno), tratteggia un viaggio appunto allucinante dentro un corpo cavo risuonante.
E l`eterna sinfonia emessa dalla terra vagheggiata da Malagnino, sotto sotto par rivelarsi, fra bellezze e miserie, fra richiami d`amore e sollecitazioni autoritarie, l`enorme rilucente globo esala la sua voce e se ne fotte di tutti quanti noi e delle nostre cazzate sparate a ruota libera.
Può esser tortura od estasi, in entrambi i casi centrato l`obiettivo.
Fra rallentamenti ed accelerazioni, Malagnino continua la sua opera di demolizione dell`ascolto quotidiano.
La ricerca della/sulla Nuova Musica Rurale si arricchisce di un nuovo prezioso/comunicativo tassello.
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