Un disco senza sbavature, curatissimo in ogni particolare, in equilibrio perfetto tra sperimentazione e afflato melodico. Questo in sostanza il più che positivo giudizio che suscita “From the Desert...” di Nicola Ratti, del quale non è difficile seguire la lenta ma progressiva evoluzione dagli EP autoprodotti fino all`ottimo “Prontuario per giovani foglie” su Megaplomb. Allontanandosi sempre più dal cantautorato, e quindi lasciando ancor più in secondo piano la voce, qui distantissima, Nicola approda ad una musica che non dispiacerebbe ai fan di Steve Roden, ma anche di Sawako (non a caso sua compagna di scuderia qui su Anticipate) o di chi ama le prove più melodiche degli artisti 12K.
“From the Desert...” si presta quindi ottimamente anche più livelli di ascolto, da quello più superficiale, dove le chitarre elettriche ed acustiche - sempre effettate con grazia e misura - possono fare da sottofondo a placide letture, fino alla disamina attenta con cuffie in capo, grazie alla quale si sveleranno miriadi di suoni cesellati ed incastrati magistralmente. Certo a Ratti hanno giovato le frequentazioni saltuarie o meno con altri artisti italiani `del giro`, vedi Ielasi (autore qui del mastering) o Andrea Belfi (potrebbe essere suo il rullante spazzolato di Above).
Tra i capolavori del disco Voluta Musica, impreziosita da tocchi glitch e dalla tuba di Giordano Geroni, e l`iniziale, articolatissima, Cartographic Acrobat, che con il suo piano potrebbe sedurre anche gli amanti di Satie.
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