Diciotto minuti non son poi tanti, ma Dominique Vaccaro, in questo breve tempo, riesce comunque ad offrire un parziale e convincente spaccato della propria arte.
Il suo è uno studio attento sulle possibilità offerte dalla manipolazione di nastri magnetici.
Musicista autodidatta e curioso, lo ritroviamo (anche) sotto la sigla LUM, impegnato in performance per chitarra e nastri e, come fondatore e membro dell`esperienza noise, Gjak.
“Bastille” è una passeggiata veloce dalle parti di un universo alieno; cupo ed angoscioso.
Esposizione filmica la sua, dove l`esser compositore per video e performance deve aver aiutato non poco.
Adeguata colonna sonora per fantascienza claustrofobica, o, in alternativa, film catastrofico dove non vi è nessuna speranza di salvezza.
Strade polverose percorse a fatica in compagnia di un maligno rimbombo e vocine sinistre che fanno capolino di tanto in tanto.
Vaccaro, con parsimonia di suoni, riesce (quasi del tutto...) ad evitare l`appiattimento stilistico su modelli precedenti di genere.
Una visione convinta è quel che ci offre, un veloce biglietto da visita che è piacevole rigirarsi fra le mani.
E la brevità del lavoro diventa in questo caso punto di forza effettivo riuscendo ad evitare prolissità ed autocompiacimenti vari.
Strada da fare ce n'è ancora tanta, ma i segnali emessi sono più che soddisfacenti.
Coil primitivi e Basinski verso le quattro di notte, Lionel Marchetti leggermente brillo e maggiormente turbolento, silenzi e liquidi amniotici di derivazione industrial (Zoviet France?).
Indicazioni ed ipotesi; lo slancio futuro ad occhio e croce parrebbe quello giusto.
Elettroacustica per nastro che ci lascia sperare in più corpose emissioni future.
Potrebbe riservarci acusmatiche sorprese.
Questo intanto funziona.
|