Autore disco: |
Kolkhöze Printanium |
Etichetta: |
D`Autres Cordes (F) |
Link: |
www.digitruc.com |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2008 |
Titoli: |
1) sans le savoir 2) our faces at `the motown` (a) 3) part (b) 4) stalker AT79 5) fsy tokyo 6) kolkhoze 7) ssen soupape 8) chaotic mantra 9) kolkhoze talk 10) morgenrot (a) 11) part (b) 12) errance digitale13) petrovsky 1988 14) surround 15) mana |
Durata: |
63:15 |
Con: |
Paul Brousseau, Maxime Delpierre, Huges Mayot, Phillippe Gieizes, Jean Phillippe Morel, Ucoc Lay, David Linx, Matthieu Metzger |
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ben fatto |
x Alfredo Rastelli |
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I Kolkhöze Printanium sono un quintetto proveniente dalla Francia, da poco giunti al loro disco d`esordio per la connazionale D`Autres Cordes, etichetta di cui ci siamo occupati di recente con due ottime produzioni, a cavallo tra l`acustico e l`elettronico. “Vol1 Kolkhöznits” prende le distanze da questo tipo di sperimentazione, abbracciando territori di un più `canonico` jazz rock, senza essere però mai banale. La band gravita intorno alla figura di Paul Brousseau, compositore, tastierista e, all`occasione, batterista; al suo fianco si muovono due chitarre, una batteria e un sax (soprano e tenore, a seconda delle occasioni). A me hanno ricordato i nostrani Anatrofobia, periodo di mezzo, per come sono riusciti a mediare il jazz (milesdavisiano o di sponda free) con il rock in opposition, così come con brevi ma ficcanti inserimenti di elettronica. Il disco è costruito benissimo, strutturalmente molto solido e con arrangiamenti capaci di scoperchiare il classico vaso di pandora. Tra le pieghe dell`impalcatura basso/batteria (notevole la varietà timbrica del primo) si muovono infatti una tastiera descrittiva (kolkhoze), all`occorrenza free (ssen soupape; part (b)), fiati zorniani (our faces at `the motown` (a); chaotic mantra) ma anche raffinati (stalker AT79; fsy tokyo), contrappunti di elettroniche (ssen soupape, l`ottimo lavoro su kolkhoze talk) e voci campionate (errance digitale; kolkhoze). Il disco si chiude con l`unico pezzo cantato (mana), svelando ancora di più, se vogliamo, le influenze R.I.O. e del canterbury sound, nonchè le potenziali ottime doti di songwriter di Paul Brousseau.
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