Abbiamo recensito non molto tempo fa il grazioso mini CD-R edito da Koyuki, esempio di minimalismo sonoro (e grafico) quasi assoluto nel campo dei microsuoni di origine elettronica, e ci troviamo ora tra le mani un'altra opera altrettanto difficile, forse altrettanto minimale, ma profondamente diversa nel contenuto.
Trattasi di ben 39 tracce in poco più di 40 minuti (la più lunga ne occupa 2, molte si aggirano sui 30 secondi), registrare a volumi davvero bassi e contenenti field recordings al limite dell'udibile, tra passi sulle foglie, lontani cinguettii, rumorini indecifrabili e ronzii di varia natura, tutto rigorosamente sporco di fruscii inverosimili nella loro prevalenza. Molti lettori credo già gridino 'bella cagata', eppure, nonostante la mia stessa scetticità iniziale, devo ammettere che il lavoro non è nè fine a sè stesso nè brutto. Certo non piacerà ai fan di Eros Ramazzotti o degli Anathema, ma costoro credo che legittimamente approdino su lidi diversi da quelli delle sabbie di Sands-zine, dove invece maniaci del suono scarnificato e di Francisco Lopez, Murmer o simili abbondano e sono in grado di apprezzare anche questi 39 fruscianti frammenti.
Parte del godimento è dato dal gioco all'indovinello, ossia "che diavolo sarà questo suono, mi pare forse qualcuno che cucina... o forse rametti spezzati in una foresta?", parte è effettivo piacere d'ascolto quando, una traccia su quattro circa, emerge un pianoforte malinconico e rarefatto che pare comunque registrato su grammofono nel 1910.
Certo non è un disco da 10 in pagella, ma l'unico difetto è forse quello di non aver voluto dare alcuna forma ai campioni (alcuni terminano tronchi in modo irritante) e di aver insistito così tanto in un'idea del tipo "lasciamo le cose così come sono". Del resto la press sheet e la confezione stessa (ricoperta di concettuali scritte esplicative) spiegano che il disco contiene solo registrazioni fatte nel campus del Goddard College di Plainfeld, nel Vermont, e che i suoi 'frammenti' (così vengon definiti) vanno suonati rigorosamente in random.
Io dico che certo vanno ascoltati in un luogo silenzioso, ed in cuffia: in tal modo, che ci crediate o no, vivrete un'esperienza splendida, trasportati tra i delicatissimi frammenti di spensierata solitudine di questi Intervalli. Dovrete solo armarvi di pazienza immensa, ma ne varrà la pena.
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