«Everybody knows whats going wrong with the world
But I dont even know whats going on in myself.» (Matt Johnson)
Avete presente “Dersu Uzala” di Akira Kurosawa? Quelle foreste, la tundra, i grandi spazi, i lunghi tramonti, il silenzio interrotto solo saltuariamente da suoni antichi. Oppure avete a mente il cinema di Herzog, film come “Aguirre” o “Nosferatu”, di nuovo la dilatazione del percepibile e la percezione del non essere, e l`uomo quale piccolo organismo sommerso dalla grandiosità degli elementi che lo circondano. La fatalità , se volete, l`idea che anche le più alte tecnologie nulla potranno contro i sommovimenti della terra e dei mari.
Cosa c`entra tutto ciò con questo disco? In termini concreti nulla. In termini metafisici molto, dal momento che sono proprio tali scenari che “ENSO” mi ha riportato alla memoria, sia per la musica che v`è contenuta sia per una qualità sonora che richiama alla mente situazioni atmosferiche evidentemente non inquinate.
Percussioni, flauti, corde, forse una voce, questi in linea di massima gli strumenti ben discernibili, e poi qualche registrazione d`ambiente e la nitidezza delle risonanze in una musica che sarebbe un perfetto accompagnamento per i momenti meditativi delle pratiche sciamanico-animiste.
E` incredibile come tutto questo possa stare racchiuso dentro ad un asettico dischetto di plastica, allo stesso modo in cui è incredibile pensare che un universo si possa circoscrivere a quei giardini zen che offrono un sicuro punto di riferimento alle fantasie dell`autore.
Il passo in avanti rispetto al pur ottimo CD-R “Ancient Silence”, già recensito su queste pagine, è evidente e la firma di Gianluca Becuzzi in fase produttiva potrebbe svelare dove risiede il nodo riguardo a questo salto qualitativo. In realtà è impossibile a dirsi, anche se l`idea che l`esperienza possa pesare sulla bilancia di lavori simili è un dato di fatto assodato ed è assodato anche che l`ex Limbo di esperienza sulla spalle ne ha ormai a iosa. E comunque, anche se così fosse, nulla viene tolto alle capacità e alla sensibilità musicali del Turra.
Magari qualcuno terrorizzato da tutto ciò che è rilassato dirà che questa è `gniuegge` (*), ma la `gniuegge` si caratterizza per il vuoto e la calcolata freddezza che c`è dietro, per l`assenza di qualsiasi elemento emotivo, mentre questa è un opera estremamente motivata, carica di sensibilità e sensualità .
“ENSO” fa parte di quella ristretta cerchia di dischi che al momento preferisco, quelli che non hanno la pretesa di cambiare nè il mondo nè la storia della musica ma, molto più semplicemente e concretamente, riescono a rendere più piacevole, interessante e sereno lo scorrere inevitabile di quasi un`ora della mia breve vita. Vi pare poco?
Ci scrive Patrizia Oliva che «secondo l`astrologia il 2008 sarà un anno esplosivo!!!», e un top come questo mi sembra davvero di ottimo augurio.
(*) Non ci crederete, ma conosco delle persone autenticamente terrorizzate dallo spettro `new age`, come se quel nome si portasse appresso la peste... se ascoltano dischi dalle atmosfere più rilassate (che oltretutto non vuol dire rilassanti) ecco che mettono avanti le mani nella classica posizione del `vade retro satana` e esclamano «gniuegge»... può succedere con la musica dei Minamo... può succedere con quella di Luciano Cilio... potrebbe succedere con questo disco di Luigi Turra. Sono dei veri e propri untori.
|