Segnalazione doverosa per il secondo disco dei Phantom Limb & Bison, ancora omonimo dopo il debutto su Utech Records (senza contare la collaborazione con Tetuzi Akiyama), di un paio di anni fa. Detto che il precedente lavoro era discreto ma si perdeva nel marasma di uscite spesso uguali in materia di avant-noise, questo nuovo disco sorprende per lo spessore e la qualità messa in campo, tanto da far risultare la precedente loro uscita come un divertissement che trova il tempo che trova. Altra premessa: è ogni volta curioso constatare come i Velvet Underground continuino, anche a distanza di anni, ad esercitare il loro fascino sulle più diverse forme e tipologie di musiche/musicisti; recentemente ciò è balzato all`orecchio con l`ultimo, bellissimo disco solista di David Maranha, che prendeva il volo proprio da alcuni topoi della band newyorkese. Stesso discorso nel lavoro in oggetto di Phantom Limb & Bison (ovvero sia Jaime Finnely, Chris Forsyth, Shawn Edwar Hansen, Chris Heenan, quindi Peeesseeye, Pee In My Face With Surgery, produzioni Reify records, ed altri innumerevoli progetti), in cui l`essenza (intendendo l`ectoplasma) dei Velvet Underground è presente già dalla primissima nota del disco, proseguendo per tutto lo spettacolare uno-due iniziale (great wide) e waiting for my man, non pensate che il titolo sia una coincidenza). E` un suono spettrale, ridotto ai minimi termini, quasi azzerato nella ritmica ma comunque rock. Proprio perchè minimale, tutto diventa essenziale (il sottile rumorismo di slow walk, l`immobilismo chitarristico di bright yellow rays), vitale (i rintocchi di the umbrage bombination) in una parola: definitivo (la totale, lunghissima st. louis).
Non l`ho messo nella mia playlist 2007 ma consideratelo ugualmente lì.
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