La registrazione di “7000 Oaks” ha luogo in pieno Agosto: un singolo pomeriggio consumato scolpendo improvvisazioni scalfite da perenni interscambi di corpi free-jazz, contemporanei e micro-tonali. L`aria asfissiante di quei giorni non intacca affatto l`operato dei musicisti, che contro ogni previsione, sciorinano concentrazione granitica e attenzione chirurgica per i piccoli particolari; spiegando, quindi, anche la definizione di microtonale.
Nei 7k Oaks scoviamo il sax, il clarinetto e l`elettronica di Alfred 23 Harth (partecipazioni ai vari `format` di Otomo Yoshihide e relazioni in corso con il gotha dell`improvvisazione europea e d`oltremanica), il basso di Massimo Pupillo (Zu, Original Silence, Dimension X) e la precisa metà degli Ossatura, Luca Venitucci e Fabrizio Spera; pianoforte, fisarmonica e oggetti per il primo, batteria per il secondo.
Si parte con Church of Neutral, pista proposta come l`episodio più sintetico e diretto, pilotato essenzialmente dall`interplay di sax e pianoforte. Il contesto più vicino al canto impulsivo e liricheggiante del free moderno. Da qui, comunque, gia è possibile cogliere l`inclinazione dell`ensemble all`attività trasformista, innalzata con più nettezza negli episodi a seguire. Rare le occasioni dove il basso di Pupillo suoni autentico, estraendo al contrario dallo strumento un nutrito campionario di suoni metallici, che sembrano originati dalla lavorazione di una chitarra. Un Massimo Pupillo orientato a (ri)sperimentare soluzioni improv radicali che l`hanno visto impegnato in particolar misura nel tour con gli Original Silence, mettendo per un secondo da parte la furia e la velocità noise-core che lo contraddistingue come perno vitale degli Zu. I momenti più meditati e salienti sono sicuramente Foxp2 e Strategy of Tension, congiunti tra loro da un coinvolgente sviluppo della tensione: dall`irruzione dispotica e convulsa dell`inizio ci s`inabissa gradualmente in comunicazioni analitiche e sottili. I primi respiri di Strategy of..., di fatti, immortalano soltanto dialoghi di marca elettro-acustica. In Pi Too il sax di Alfred torna ad urlare tutto il suo `dolore`, e si constata anche un significativo conflitto di forme tra il pianismo viscerale di Luca (instradato tra vampate di jazz e minimalismo) e le bordate di basso caricate a dovere. Ogni nuovo approccio a “7000 Oaks” permette di apprendere nuove combinazioni. Come giudicare un pezzo come The Invisible Tower?
Free jazz?
Improv aperta a spunti mitteleuropei?
Cavalcata free-form?
Alla fine sono solo interpretazioni decretate da valutazioni individuali. Obbiettivamente, ciò che veramente conta è il binomio qualità -ispirazione espresso a meraviglia da questo combo in tutte le sue mutazioni genetiche.
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