«Ewa Kaludis prese servizio alla Stavaskolan di giovedì. Avevamo appena avuto doppia ora di laboratorio, e io avevo definitivamente demolito il portariviste in legno al quale avevo lavorato per sette mesi. Gustav-di-legno non era rimasto soddisfatto, ma io provavo una sensazione gradevole. Non mi piacevano i lavori manuali, né di falegnameria né di cucito; niente riusciva mai come mi ero immaginato, e ci voleva un sacco di tempo.
Come al solito stavo ciondolando sotto la rimessa delle biciclette con Benny e Röv-Enok e aspettavo la fine della ricreazione, quando lei comparve sulla via.
Vorrei poter affermare di essere stato il primo a vederla, ma sia Benny che Röv-Enok sono sicuri di essere stati loro. In realtà non ha nessuna importanza, conta che lei si stesse avvicinando. Doveva già essere passata davanti allo spiazzo dove si giocava a pallone, perché nel giro di pochi secondi il lato delle ragazze era pieno zeppo di gente con gli occhi sgranati. Si erano raccolte orde di sudici calciatori.
“Porca miseria” esclamò Benny e spalancò la bocca come se fosse seduto dal dentista dottor Macellaio e aspettasse il trapano.
“Ohi ohi” disse Röv-Enok. “Ma quella è Kim Novak.”
Quanto a me, non proferii parola. Un po’ perché non avevo l’abitudine di parlare a vanvera, un po’ perché ero ammutolito. Era come in un film. Però meglio.»
Ecco il nuovo romanzo dello scrittore che si è fatto conoscere per le indagini del commissario Van Veeteren, anche se in realtà il libro era stato già pubblicato in Svezia nel 1998 e questa è semplicemente la prima edizione tradotta in italiano. Nella copertina sta scritto «Un noir letterario di grande effetto», con la probabile intenzione di rassicurare i lettori legati alla fortunata serie che presenta il commissario in veste di protagonista, ma a dire il vero si tratta di un racconto sulla maturazione adolescenziale dove il crimine e l’inchiesta poliziesca hanno un ruolo secondario e si agitano blandi sullo sfondo di ben più pressanti e interessanti vicende. Qui si narra delle prime pulsioni sessuali, di amicizie temporanee ma profonde e destinate a segnare la vita dei protagonisti, delle solite (dis)avventure che movimentano la vita di ogni adolescente, dell’impatto con il mondo degli adulti e con fenomeni incomprensibili come la malattia, la morte e l'alcolismo, di una grande passione che si consuma mentre, dietro le quinte, si defila il caso di un omicidio irrisolto. La scrittura è brillante e limpida, e i protagonisti sono tratteggiati con forza e sottigliezza: la madre del protagonista malata terminale di cancro, il padre guardia carceraria, il navigato fratello, l’enigmatico amico Edmund, l’indolente commissario Lindström, l’arrogante giocatore di pallamano Berra-il-Cannone, la comparsa Lasse Facciastorta («Era come se gli mancasse la metà inferiore del viso, e quando parlava sembrava che stesse cercando di sussurrarsi nell’orecchio»), la bellissima Ewa (supplente «al posto della povera Eleonora Sintring, un’anziana insegnante che si era rotta il femore durante il corso di ginnastica per casalinghe all’inizio del mese. Già il giorno dopo alcuni giocatori giravano con una lista, nella quale ci si poteva iscrivere se si era disposti a rompere un altro osso alla Sintring qualora fosse ritornata»)….
La vicenda, che si svolge nei primi anni Sessanta ed è sottolineata dalle ‘presenze’ di Eddie Cochran, Elvis Presley, The Drifters, Jerrry Lewis, Perry Mason, Yuri Gagarin…, viene narrata con tale savoir-fare da rendere perdonabile anche la pubblicità occulta alle Lucky Strike.
Se avete amato "La sottile linea scura" di Joe R. Lansdale e "Il corpo" di Stephen King questo è indubbiamente il libro che fa per voi.
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