Autore disco: |
Renderizors // The Terminals // Preston Arl Swirnoff |
Etichetta: |
Last Visibile Dog (USA) |
Link: |
www.lastvisibledog.com |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2008 |
Titoli: |
1) under the wheels 2) twister 3) strangers at your party 4) the place we walk (to put down our dead) 5) wierder 6) the golden guitars 7) slow motion 8) strangers at your party (band version) // 1) basket case 2) suicide 3) (what i`ve heard of) wyoming 4) mr clean 5) amnesia 6) that thing upstairs is not my mother 7) touch 8) deadly tango9) janetta 10) something dark 11) twilight envirament 12) in and out of my mind13) native water // 1) maariv 1 2) maariv 2 3) maariv 3 4) maariv 4
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Durata: |
60:29 // 53:07 // 31:11 |
Con: |
Brian Crook, Maryrose Crook, Nathan Thompson, James Kirk // Stephen Cagle, Brian Crook, Mick Elborado, John Chrisstoffels, Peter Stapleton // Preston Arl Swirnoff
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buone nuove dall`asse Usa-Nuova Zelandia |
x Alfredo Rastelli |
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Nuove carrellate di uscite per l`etichetta di Providence, Last Visibile Dog: iniziamo subito dai Renderizors, progetto che nasce, in nome e in fatto, da membri di due band neozelandesi, i Renderers e i Sandoz Lab Technicians. “Submarine” vive di un umore nero, immerso in ballate country folk (strangers at your party (band version)), deviate, elettriche e molto dilatate (bello il deflagrare free noise di the place we walk (to put down our dead)), assoggettate al trattamento strumentale veramente poco ortodosso operato dai due Sandoz Lab Technicians (wieder), sempre più spesso portati ad esprimersi con quell`improvvisazione tipicamente neozelandese (la bellissima the golden guitars); pensate al più spettrale Michael Gira (strangers at your party; twister), a certe atmosfere lynch-iane (la voce della Crook immersa nella musica astratta di under the wheels) o al più trasversale free-country-noise che possiate immaginarvi (slow motion). Bello.
Il primo impatto con i The Terminals (in cui ritroviamo Brian Crook dei Renderizors) non è stato certo dei migliori. “Last Days Of The Sun”, disco del 2007, come evidenziato da Etero Genio in sede di recensione, era abbastanza deludente, anche alla luce della fama di padri del neogarage neozelandese che si portavano dietro. Nettamente migliore questo “Touch” invero ristampa di un disco uscito in origine 1993, e a cui si deve probabilmente quella fama di cui prima. Infatti il disco è ottimo, tra garage psichedelico, punk-rock, new wave, voce epica, aperture melodiche senza tempo, abbracciando un periodo che tocca Seeds e Talking Heads, Cramps e Wall of Voodoo. “Touch” è una eccellente raccolta di canzoni, a partire dall`incalzante trio di song in apertura (basket case, suicide, la new wave di marca Fall di (what i`ve heard of) wyoming); oltre a richiamare alla mente celebri precursori (il Richard Hell di strangers at your party, addirittura i Doors nella finale twilight envirament), i The Terminals assestavano una serie di colpi di notevole impatto e trovate interessanti, come il vortice sonoro di that thing upstairs is not my mother, il ritmo inquietante di mr clean e quello punk-wave di deadly tango, le chitarre obliquamente noise delle bonus track in and out of my mind e native water. Da riscoprire.
Completiamo la carrellata con “Maariv” disco d`esordio di Preston Ari Swirnoff, americano di San Diego, che ci presenta quattro pieces di musica elettroacustica. Si inizia con una composizione per piano ed elettronics, una lunga distesa di suoni elettronici minimali e frammentati tocchi di piano che trova le sue origini tanto dal citato minimalismo del Theatre Of Eternal Music, tanto dalla classica contemporanea (il piano di Ligeti). L`esperienza di certo minimalismo storico è incalzante nella seconda composizione per soli organi, dalla tensione sempre alta e veramente affascinante. Completiamo la mappatura di questo “Maariv” con le ultime due composizione dedicate alla chitarra elettrica (chi si aspettava un esercizio in stile “guitar trio” di Chatham, resterà deluso, tanto è delicato con la sua pioggia di note ed armonici) e alle tape machines (il pezzo più percussivo del lotto nonchè rumorista). Ben fatto.
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