Mentre Bianchi sfida la prolificità di Aidan Baker e mira direttamente al primato di Merzbow, in quest'occasione fa coppia con gli Sparkle in Grey che per il matrimonio si spostano dai loro abituali ambiti post-rock ancora più di quanto il buon Bianchi non faccia dal suo territorio "ambientale" di parecchie uscite recenti. Se la critica al all'iperprolificità dello sperimentatore milanese sta nel fatto che per forza la qualità delle collaborazioni non sia sempre di livello, beh, non sarà certo questo disco a confermalo, anzi, sia lui che i post-rockers milanesi sono più che mai ispirati. Il disco non è per nulla cupo, nonostante ciò, non è nemmeno soft-ambient o drone-emozionale come sarebbe logico aspettarsi, un po' per la pesante ombra di Uggeri nell'assemblaggio del disco, direi che a tratti uno dei referenti più forti per questa collaborazione siano i Main (e per me è un complimento). Ciò significa che spesso un tappeto ambientale viene attraversato da una linea di basse ripetitiva e molto scarna, che l'effetto globale è sempre molto, molto psichedelico, che è molto facile perdersi durante l'ascolto e nel senso positivo del termine e che le melodie ci sono ma sono sempre lì lì fra il contenersi ed il ripetersi in modo ciclico. I glitch, i fruscii e qualunque altra cosa che sentiate uscire dal magma, comunque fa giusto capolino in superficie ma rimane sempre e costantemente immersa quel tanto che basta per delinearsi giusto come ombra sotto crosta, in questo potrebbero quasi ricordare qualcosa dei Current 93 più sperimentali, se non fosse che mediamente gli inglesi erano più pesanti e più ossessivi, ma il modo di mescere il miscuglio è molto simile. Il disco fa parte di una quadrilogia sugli elementi, e credo che tenga abbastanza fede alle nubi fotografate in copertina, anche se direbbe la sua se venisse accostato alla nebbia o ad una "fantastica" domenica grigio topo, d'altro canto "every day's like sunday, every day is silent and grey" come avrebbe detto qualcuno, qualche anno fa. Il disco come effetto globale è pesantemente psichedelico, non kraut, diciamo che oltre a Main e Current 93 potrei menzionare i Pink Floyd a piede libero e per quanto risulterebbe una cosa parecchio scontata aiuterebbe a focalizzare tutti quei delay e quei rumori suonati che attraversano le immagini come i segni del tempo sulle vecchie pellicole. Una piacevole sorpresa.
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