Un disco particolare che nel catalogo setolare va ad inserirsi in quelli dal piglio più sperimentale, Dominik Gawara come causa sociale dovrebbe abbracciare il basso o la chitarra elettrica visto che si tratta della stessa arma che impugna anche altrove in un disco sulla stessa etichetta. In questo caso invece si arma di campioni, effetti, percussioni assortite e si butta in una navigazione in solo di quelle che spingono il nostro verso la parte interna della foresta, un po` come Willard in “Cuore di Apocalypse Now”. Un disco pensato, probabilmente maturato su di una buona serie di ascolti della scena sperimentale colta che conta o che contava, quindi se state pensando ad Ambarchi, a Corsano ai Wolf Eyes, siete completamente fuori strada, dalle tracce direi che qui si sono macinate ore di Frith, Shea, Parkins, Sharp, No wave, gente prodotta da Martin Bisi e certamente quel tocco di pesantezza tutto torinese. Esagero? Torino è anche la città di Subsonica e Perturbazione quindi non colgo le sfaccettature?? Sì??? Un caso che la capitale dei cassaintegrati e dell`impero Fiat abbia fatto da culla per alcuni dei gruppi hardcore più radicali degli `80? Un caso che uno dei primi gruppi industriali a pieno titolo venisse da lì? Un caso ce alcuni degli squinternati più malsani in altri tempi facessero poche date ma mai saltando una delle città del triangolo nero?. Entrando nel vivo della descrizione del disco molte tracce giocano sull`ossessività ma anche sul viaggio tant`è che uno dei momenti più ispirati e la psichedelicissima e notturna La zone dal silencio. Se per molta sperimentazione di può parlare di richiami kraut anche per Gawara non c`è dubbio che la definizione ci stia viste le innumerevoli influenze anni 70 e qualche intervento etnico (ma grazie a Dio non Real World). Il disco molto variegato resta comunque uniforme e quindi non sembra di fare zapping a casa fra le tracce di una compilation, questo per un disco del genere è e resta un pregio. Non tutte le tracce hanno la stessa incisività ma rimane che andando oltre gli episodi singoli il disco si difende bene anche nel complesso, di certo non è da affrontare a cuor leggero.
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