L`ho incontrata per la prima volta quale quarto incomodo nella raccolta “Berlin Electronics” (accanto a nomi ben più blasonati quali Annette Krebs, Gilles Aubry e Ignaz Schick) e m`era parso strano il non aver conosciuto un`artista così interessante già in precedenza. Ho cercato subito di informarmi e in realtà si tratta di un outsider che vive al di fuori dalla portata dei piccoli flash che contraddistinguono la stampa musicale. Tant`è che dopo un`approfondita ricerca in rete l`unica sua cosa che sono riuscito ad individuare è questo mini-CD dell`anno scorso. Oro puro. Campionature, minidisc e registrazioni d`ambiente montate a formare un breve racconto, o un esempio di quello che più poeticamente viene definito come `cinema per le orecchie`. Forse si tratta di piccole gemme scappate fortuitamente a mani altrimenti aride ma, anche se così fosse, per me può bastare. Da oggi il nome di Andrea Ermke s`è ricavato un postino nel mio cuore balsano.
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