Abbiamo da poco recensito la compilation della giovane etichetta inglese Bearsuit chiedendoci se i misconosciuti artisti che ne facevano parte avrebbero confermato nelle loro prove su lunga distanza le buone impressioni suscitate dal sampler. Il primo a provarci è Harold Nono, il cui qui presente disco era già uscito nel 2007, ma era passato inosservato. Dave Hillary (titolare della Bearsuit) ha dunque pensato bene di rilanciarlo, poichè da buon mecenate moderno crede nei suoi artisti. Ed ha fatto bene, perchè sarebbe stato un peccato lasciare nel dimenticatoio questi quaranta minuti di elettronica ben assemblata, pulita, certo poco solare (anche se l'apertura mi ha ricordato l'etnicismo dei Transglobal Underground!), a tratti ipnotica, sempre gradevole. Nulla di molto nuovo sotto il sole, le dieci tracce scorrono senza mai far gridare al miracolo, ma è uno di quei dischi che si fa ascoltare spessissimo, ed ogni volta rivela nuovi colori e dettagli sfuggiti ai primi ascolti. Nello stile ricorda certa elettronica di matrice francese che vede in etichette come collectif effervescence e active suspension i propri alfieri. Come in quei casi, anche qui le atmosfere sono diversificate e raffinate, spesso con quell'aria da 'colonna sonora' che fa pensare che Nono (cognome impegnativo per un musicista, a pensarci!) farà strada. Aspetto molto curioso del disco è il suo progressivo incupirsi traccia dopo traccia, tanto che dai Transglobal Undergound passiamo quasi in territorii isolazionisti. Coraggiso.
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