Il quarto lavoro solista di Andrej Porcu (anche in Maqom 4 ed Hermetic...), è antro futuribilmente arcaico che si tramuta in suono.
Titolo perfetto.
“Disturbi Concreti Nel Disordine Dei Sogni”, è textures acusmatica impalpabile, che succhia linfa dalla dispersione finale di ogni singolo suono emesso (captato).
Una bolla gassosa; avvolgente e primordiale.
Spazio bianco sbrecciato, altro spazio vuoto tutt`intorno, rovine.
Indifferentemente perso, fra ricordo e proiezione futura.
Accenni tradizionali, brume caliginose kraute; isolazionismo post punk.
Perso, perso indifferentemente, perso comunque.
Questo il punto.
Andrej passeggia fra “Solaris”, “Il Deserto Dei Tartari”, Zoviet France, Popol Vuh e l`attesa di qualcosa (qualsiasi cosa) che pervade “L`ultimo Uomo Sulla Terra”.
Gioco speculare di specchi infranti, emulsione spontanea, fra sogno cangiante e bestiario assortito che s`intravede agitarsi in fondo al buio più completo.
Suoni che si avventurano timidamente in avanscoperta, una volta fuori, sotto il sole, barcollano portandosi la mano a riparar gli occhi, poi; resta solo un lungo cammino solitario.
Frammenti bloccati in presa diretta fra il 2006 ed il 2007.
Gli Illusion Of Safety intrappolati in un tunnel inagibile dalle parti di Nuoro; dimenticati da tutti.
Occhi che si chiudono, che si aprono, elastici che schioccano, elastici che si spezzano, spazio dove cadere, sfuggire, evitare la compressione, spazio, ricerca; aggressioni fugaci non contemplate.
Nulla riesce ad essere quel che afferma di essere.
Il mare, una linea di colore diverso troppo lontana all`orizzonte.
Nulla in cielo che ci risparmi dal morso del sole.
Riabbassiamo la testa e continuiamo a rovistar fra le rovine.
Poco distante, qualcuno cade.
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