E` sempre esistita una connessione fra pittura, musica, gestualità e scrittura, e addirittura le quattro metodologie potrebbero avere un'origine comune in un passato remoto nel quale l'uomo sperimentava dei processi per poter comunicare con i suoi simili. Appare quindi normale che ci siano dei punti d'incontro fra questi modi espressivi; e tanto più queste collisioni riescono interessanti quanto più i diversi linguaggi si compenetrano l'uno nell'altro. Esistono dei musicisti che traggono forza dal gesto, dalla vocalità del loro linguaggio strumentale e dall'aspetto visivo dei loro show ed esistono scrittori dal linguaggio indiscutibilmente musicale, pittorico e/o figurativo. Direi che questo disco è un esempio illuminante al proposito. John M. Bennett è uno scrittore/poeta dal tratto estremamente fluido e musicale, e nelle sue letture la voce sbuffa al pari di uno strumento a fiato. Wright, da par suo, è partigiano di un sassofonismo particolarmente imitativo del linguaggio umano, tanto che il suo mood pare essere scosso da un dolphismo esasperato. Il percussionista Ben Bennett è quasi stretto fra questi due poli, e comunque ben si adegua al dialogo stabilito dai suoi pard nonostante le difficoltà insite alla sua strumentazione. E in Jack 'n Benny, dove il titolo già spiega come il poeta si faccia da parte, i due strumentisti danno anche un`ottima lezione di improvvisazione esclusivamente strumentale. Non posso certo nascondere che le difficoltà d`ascolto sono notevoli, e per l'intoppo, rappresentato dalla lingua, nel recepire il senso di quanto va recitando il poeta e per l`assenza degli aspetti visivo e gestuale che, in una performance di questo tipo, rappresentano un buon 50% dell`economia complessiva. Ma devo comunque sottolineare l`alta qualità artistica intrinseca al linguaggio di questi due attempati (oltre sessant`anni) ma incontaminati sperimentatori e, se siete degli amanti del genere, l`acquisto del CD è sicuramente consigliato. La reperibilità di “Rotty What” è magari problematica, ma Wright batte spesso le strade dello stivale e, ogni volta, si porta appresso una valigetta con i suoi dischi. Di conseguenza l`invito all`acquisto diventa automaticamente un invito a frequentare gli spazi concertistici. E buon pro vi faccia.
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