Autore disco: |
The Red Krayola // The Red Krayola With Art & Language // Baby Dee |
Etichetta: |
Drag City (USA) |
Link: |
www.dragcity.com |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2006 // 2007 // 2008 |
Titoli: |
1) Paris 2) Oh I Was Bad 3) Easy Street 4) The Essence Of Life 5) The Well 6) Bong Bong // 1) Fairest Of All 2) Jumping Through The Mirror 3) Laughing At The foot Of The Cross 4) Il ne reste qu`a chanter 5) Hostage 6) Jerry Fodor`s Story 7) The Big Vacation 8) Four Stars: The Ideal Crew 9) Igor Zabel`s Song 10) A Pest 11) Perfection 12) Forty Thousand Words On A Chair 13) Sighs Trapped By Liars // 1) Safe Inside The Day 2) The Earlie King 3) A Compass Of The Light 4) The Only Bones That Show 5) Fresh Out Of Candles 6) Big Titty Bee Girl (From Dino Town) 7) A Christmas Jig For A Three Legged Cat 8) Flowers On The Tracks 9) The Dance Of Diminishing Possibilities 10) Bad Kidneys 11) You`ll Find Your Footing |
Durata: |
21:08 // 51:53 // 48:47 |
Con: |
Mayo Thompson, Charlie Abel, Stephen Prina, Tom Watson, Noel Kupersmith, John McEntire // Michael Baldwin, Mel Ramsden, Charles Harrison, Mayo Thompson, Elisa Randazzo, Sandy Yang, Jim O`Rourke, Tom Watson, Noel Kupersmith, John McEntire // Baby Dee, Bonnie `Prince` Billy, Matt Sweeney, Andrew WK, Bill Breeze, John Contreras, Max Moston, Lia Kessel, James Lo, Robbie Lee
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pop: luci e ombre da una delle nuove major-ettes statunitensi |
x e. g. (no ©) |
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Non dovrei recensire i dischi dei Red Krayola, dal momento che non riesco più a capire quanto il mio giudizio può essere attendibile e imparziale e, per mia sicurezza, ho dovuto far ascoltare quest'ultimo "Sighs Trapped By Liars" a più d'un amico prima di riuscire a prendere una posizione ben precisa. Con Mayo Thompson e (occasionali) compagni non è infatti possibile utilizzare le mezze misure: o è bianco o è nero. Dopo il primo ascolto mi ero addirittura convinto che il disco è una puttanata enorme ed ero ben deciso a stroncarlo o a non recensirlo affatto. Il secondo ascolto mi ha invece istillato la sensazione di 13 canzoni bellissime. E questa sensazione è rimasta intatta sia ai successivi ascolti sia alla riprova di altre orecchie alle quali l'ho fatto ascoltare.
Ma voglio innanzi tutto spendere due parole per il mini "Red Gold", un lavoro non molto significativo contenente alcuni brani che erano rimasti alla sbarra quando venne pubblicato il precedente "Introduction" e che comunque, nella sua natura di raccogli-scarti, contiene alcuni spunti molto interessanti come l'aria da lungosenna di Paris, dominata dalla fisarmonica di Charlie Abel, o i 'pruriti' paisley underground di Oh I Was Bad e Easy Street. Proprio nella recensione di "Introduction" scrivevo di un affinamento ed un`eleganza che sostituisce l`eccitazione giovanile e di una ricercatezza che, insieme alla bizzarria degli arrangiamenti, fa sempre di più pensare a Mayo Thompson come ad una specie di Duke Ellington del rock. E a proposito di "Sighs Trapped By Liars" devo confermare in pieno tali osservazioni, specialmente per quanto riguarda Ellington (o forse sarebbe meglio dire Billy Strayhorn). Il disco, per scriverne, va contestualizzato. Non rientra infatti nella tradizionale linea discografica dei Red Crayola / Krayola ma è una nuova ed inattesa collaborazione fra questi ed il collettivo Art & Language, collaborazione che in passato aveva già fruttato "Corrected Slogans" nel 1986, "Kangaroo?" nel 1981 (praticamente un remake del precedente) e "Black Snakes" nel 1983.
Opera del collettivo (nelle persone fisiche di Michael Baldwin, Mel Ramsden e Charles Harrison) sono i testi e la grafica di una splendida confezione, dove la foto (dovrebbe essere di Arthur Ou) richiama alla mente nella sua immobilità i dipinti di Edward Hopper. Le canzoni, sghembe e imprevedibili, vivono dell'alternarsi di Elisa Randazzo e Sandy Yang alla voce. Si tratta di melodie orecchiabili e immediate seppure gli intrecci strumentali che le compongono siano piuttosto complessi, con arrangiamenti meticolosi e incastri cesellati alla perfezione che danno sfogo ad interventi strumentali raffinati ed impalpabili. Certamente non c'è nulla di nuovo sotto il sole, come già cantavano i Camaleonti (o forse erano i Camaleunti), ma il tutto viene proposto nel modo più genuino possibile, anche quando i richiami ad altre storie si fanno più pressanti (Perfection, ad esempio, nella sua indolenza mi ricorda gli Opal di Kendra Smith...), e gli 'art & crayola' se ne stanno ben distanti dalle piccole mode del momento - loop, strumentini etnici e quant'altro - per rifugiarsi in una specie di monte Kaliash senza tempo e dalle ascendenze divinificatrici. Ma "Sighs Trapped By Liars" si fa apprezzare soprattutto per l'uniformità che, oltre a fare da cartina di tornasole ad un livello sempre elevato, è il frutto di un lavoro estremamente organico e non della raccolta di frammenti scompaginati. "Sighs Trapped By Liars", coeso e suonato in punta di dita, è indubbiamente il più bel disco di Mayo Thompson dai tempi di "Soldier Talk".
Discorso diverso per quanto riguarda un Baby Dee che andrebbe premiato per aver avuto il coraggio di cambiare e bocciato per aver cambiato in peggio. Nei precedenti dischi si apprezzava la delicatezza e la moderazione dei toni che lo tenevano ben distante (e distinto) dalla tronfia pomposità di un marpione, peraltro a lui molto vicino in estetica, come Antony. Caduto in casa Drag City, e incappato nelle mani di Matt Sweeney e Will Oldham, Baby Dee si lascia invece irretire da una produzione che mette al bando proprio gli aspetti più 'poetici' delle precedenti realizzazioni e conduce ad una sua manifesta spersonalizzazione. Ad uscirne accentuata è una foga declamatoria che può far pensare all'Antony sopracitato od al loro, di Antony come di Baby Dee, sommo protettore (David Michael Bunting). Già nell`iniziale Safe Inside The Day, dopo il promettente attacco, è avvertibile la tendenza verso una certa magniloquenza, con un'accentuazione dei toni tipicamente antonyana o, ancor prima, eltonjohniana. Così è in The Earlie King, che peraltro può far pensare anche al folk dei The Men They Couldn't Hang, e ancor più in A Compass Of The Light. Safe Inside The Day, The Only Bones That Show, Big Titty Bee Girl (From Dino Town) e The Dance Of Diminishing Possibilities rispolverano invece vecchi stilemi da jazz vocale e orchestrale bianco, un genere che ha aggiunto ben poco all'evoluzione della musica anche nelle sue forme originarie. In Bad Kidneys, sospesa fra umori circensi e cabarettistici, traspare un po' di quell'ironia - e chi lo ha visto in concerto sa bene di quanta ironia il cantante è capace - che nel resto del CD appare ingabbiata in strutture troppo ferree. Ma nel settore, comunque, gli splendidi e semisconosciuti Ich Schwitze Nie avevano saputo fare molto meglio già qualche annetto fa. In Fairest Of All un lirico avvio con pianoforte e voce viene invece subito sprecato dall'intervento 'strusciante' (e direstraitesco) di batteria e chitarra che sfocia in un finale fastidiosamente glorificatorio. Il minuetto favolistico A Christmas Jig For A Three-Legged Cat ed il notturno Flowers On The Tracks non risolvono certo l'incertezza che serpeggia per tutto il disco, ma almeno smorzano i toni eccessivi che serpeggiano per la quasi totalità delle canzoni. Resta l`unica vera gemma - You`ll Find Your Footing: un delicatissimo lento con voce, piano, violoncello, violino, viola e contrabbasso - posta in chiusura a ricordarci che Baby Dee non è un bluff (come troppi se ne incontrano) ma un grande artista incappato in una produzione un po` storta. Noi lo attendiamo con fiducia alla prossima prova ma, nell'occasione, possiamo consigliare l'acquisto solo a chi si accontenta di una musica ben suonata e ben prodotta, priva però di quella scintilla essenziale a fare dell'artista un soggetto personale e sincero in grado di esprimere 'qualcosa' e non solo di mettere a punto a tavolino quelle astuzie indirizzate a fargli vendere qualche copia in più (e credo che i lettori di sands-zine non rientrino nella categoria di chi si accontenta).
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