Era da un po' di tempo che non sentivo menzionare Ascanio Borga, tanto che dopo qualche comunicazione saltuaria della sua mailing list mi domandavo se stesse facendo uscire nuovo materiale. Ed ironia della sorte (o più che altro, gioie della tempistica) eccolo di ritorno con questo nuovo “Peripheral Vision”. Se la costante con il lavoro che lo precede è sempre quella della natura ambientale del disco, direi che fra “Bad Ground” e “Peripheral Vision” a livello di atmosfera si passa dalla notte al giorno, infatti le atmosfere dark ambientali dello scorso episodio lasciano il campo alla luce. Borga si arma di chitarra e va in droning e fin qui potrebbe confondersi con i millemila gruppi ormai calati nel genere vuoi grazie a questo o a quel musicista, la differenza sta tutta nel gusto e credo in quello che un anglofono inserirebbe nel `know how` visto che il musicista romano sembra avere un orecchio molto allenato. L'accostamento più facile che nel quale potrei cadere è quello degli Stars Of The Lid anche se per fortuna “Peripheral Vision” non è così palloso (sulla classe del gruppo texano comunque non discuto). Psichedelia quindi? Non so, semmai parlerei di music ambient-drone che in altri tempi mi sarei aspettato per etichette come la Kranky o simili. Melodico, sognante sì, ma se c'è una cosa che rimane dal primo disco di Borga è una bella base di malinconia. Un'ora di musica su un disco che seppur molto omogeneo (beh!, la cosa è voluta) è frammentato in tracce e saliscendi sufficientemente dosati cosicchè si arriva alla fine del disco senza venirne sopraffatti, cosa che spesso non accade neppure con molti mostri sacri del genere per i quali l'ascolto diventa quasi una gara di resistenza. Marzullo avrebbe detto `la musica è un sogno o i sogni aiutano a fare musica del genere?`, bella domanda a cui vi demando??? la risposta per il resto direi molto più semplicemente che mi inquadra bene questo bel lavoro di Borga.
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