Alle porte del 2008 può anche succedere che un posto `infame` come Biella (ed io lo posso dire a ragion veduta venendo da un posto altrettanto infame) possa fregiarsi di ben due musicisti elettronici molto interessanti come Luca Bergero e Luca Sigurtà . La coppia, come avrete avuto modo di vedere, ha per altro unito i propri cavi/schermi/aggeggi in più di un`occasione sia come Pocket Progressive (in cui sono affiancati da Claudio Rocchetti) che per una recente istallazione le cui recenti informazioni la segnalano fra le future uscite della Creative Sources. Andando nello specifico nell`affrontare il nuovo lavoro di Bergero mi preme aggiungere che oltre a quanto già elencato il biellese tempo fa aveva fatto uscire un cdr per la Petite Sono canadese che non stampava proprio chiunque visto che in uno spartissimo catalogo annovera fra gli altri Andrew Duke, Aidan Baker e Mathieu Ruhlmann. L`avevamo lasciato ad un mcd 3” su Afe che in cui alcuni avevano rintracciato dei finimenti di Eliane Radigue, bene, se anche la materia dronica del 3” sia molto distante da questo nuovo lavoro l`approccio e lo stile sono identici. A quest`ultima affermazione aggiungerei che Fhievel è uno fra i musicisti elettronici più coerenti del panorama italiano, un minimalista puro tanto che sarei quasi tentato di dire che sia uno dei pochi musicisti veramente minimalisti per vocazione (e non per scarse capacità ) che si possano trovare a certe latitudini. Se la matassa grezza che va a comporre questo canovaccio è costituita di microfrequenze, sibili, fruscii sottilissimi e sporcature e pastiches elettroacustici appena accennati, il modo in cui ogni elemento va a comporre la tela è così coeso da renderne difficilmente intuibile la trama. Con ciò intendo dire che elementi molto differenti scorrono lungo il minutaggio in mood molto morbido ed in modo così sottile e così ben livellato che è facile immergersi nel paesaggio sonoro di “Pipe Smoking On A Balloon”. Cinque tracce senza titolo in cui Fhievel dimostra che anche dicendo il minimo indispensabile, anche riducendo tutto ad un suono alla volta e pur tenendolo a fluttuare in solitario là dove molti altri andrebbero in stratificazione, beh anche lì si può trovare un`espressività (e che ci crediate o no anche spazio per delle micro-melodie). Un lavoro così ben giocato fra singoli suoni e piccoli silenzi che mi fa pensare a lui come uno dei migliori eredi di gente come Bernhard Günter.
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