Per fortuna che prima di recensire un dischetto lo passo nelle stereo parecchie volte, altrimenti quest`ottimo CD mi sarebbe sfuggito. Complice anche il mio curiosare le recensioni altrui (forse è una pratica infame, io la vedo come una forma di umiltà e confronto), mi sono imbattuto in quella del buon Emiliano Grigis, che non credo se la prenderà se lo cito qui, anche perchè grazie a Dio tra webzine come le nostre pare non ci sia alcuna forma di concorrenza.
Ebbene, lui sosteneva che questi svedesoni lo avessero positivamente colpito, mentre io ai primi ascolti li trovavo banali e inutilmente pesanti. Intendiamoci, anche per me il loro è un «postrock cinematico e sognante, per di più cantato», ma mi sembrava sprecassero ottime intuizioni melodiche (vedi gli incipit di Who Watches... e ...accident Happen so Fast) per poi coprirli di colpo con chitarroni simil-metal per il solo gusto di dondolare la testa capelluta su e giù, ed infine lanciarsi in accelerazioni gratuite. Invece... invece forse tutto questo bene o male `ci sta`, nel senso che è ciò che permette loro di distaccarsi da certi ritriti canovacci post rock, tra cui il lento inesorabile crescendo che ha fatto la (giusta) fortuna di Mogwai ed affini. Anche qui non si sfugge a certi riferimenti (gli stessi Explosions in the Sky citati dal Grigis ed il metal nordico, quantomeno come cadenze ritmiche e stacchi), però certi arpeggi sono davvero da brividi, come il capolavoro del disco Vile Tendencies, traccia che ormai ho riascoltato almeno una trentina di volte. Il cantato sommesso, direi alla Death Cab for Cutie, rende il tutto più originale e godibile anche da un punto di vista pop.
Il consiglio di alleggerire le tracce, magari accorciandole, ed evitare di attivare il distorsore e pestare sui piatti più o meno in ogni brano resta, però per `chi ama il genere` è un disco super consigliato.
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