Simon Wickham-Smith azzecca il suo più bel lavoro in assoluto.
Non ha mai stupito Simon, una carriera onesta, forse conosciuto ai più per essersi (spesso) accompagnato all`amico Richard Youngs.
Ora, questo “Love & Lamentation” si pone su di un territorio altro, rilucente e vertiginoso.
Composto quasi esclusivamente da voci e poco altro.
Manipolate, pitchate, strapazzate e lasciate colare lentamente; un lavoro fatto della stessa pasta dei sogni.
Impregnato di sacralità proveniente da diverse latitudini, “Love & Lamentation” apre e trafigge con la trascendenza pura di Sandokai, gemma assoluta di una purezza imbarazzante.
Pura elevazione, l`animo che esala un respiro profondo e s`invola leggero e sereno.
Puro deliquio emozionale.
Sandokai è una preghiera scritta nell`ottavo secolo dal maestro zen Sekito Kisen e recitata nel monastero di Sōtō.
Un`istantanea ascensionale, la meraviglia del cielo più azzurro che si svela improvviso dietro le nubi, la stessa purezza senza tempo del David Sylvian di Brilliant Trees, l`estasi ed il suo divampare improvviso, le nubi multicolori dello Steve Reich di “Music For 18 Musicians”, il sereno silenzio interiore dell`Akira Rabelais di “Spellewauerynsherde”, l`incanto di “Mom`s” di Carl Stone; la vertigine primitiva di Christophe Charles.
Un frammento di tutto questo, a tratti anche più su.
Qualcosa di impalpabile che sai però, contrariamente a tutte le leggi di natura; possedere una sua solidità .
Il resto del cd rimane compresso di fronte a tanta magnificenza.
The Kin-Kindness Of Beforehand è manipolazione di spoken word della poetessa americana Rachel Becker, semplice e bello; leggermente più ostico e tenebroso.
Love & Lamentation chiude.
Strutturata in tre parti, la composizione si snoda fra voce ed elettronica masticando stralci tratti dal Libro Delle Lamentazioni, un saz turco che interferisce, una strana atmosfera quasi hippy/trance avvolge la seconda parte, la terza ed ultima che s`invola (di nuovo...); fra voci che si rincorrono e perdono nello spazio.
Un lavoro di una bellezza e freschezza sorprendente.
Sandokai ne è il vertice assoluto; apre e lascia un segno indelebile.
Questo, a ragione, è “Oceano Di Suono”.
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