Magari, vista la mole del triplo CD e la complessiva durata di quasi tre ore, avrete qualche remora ad avvicinarvi a questo lavoro, così come ne ho avute io che l'ho osservato a lungo da lontano prima di accingermi all'ascolto. Peccato, perchè si tratta di un gran bel disco, vario e neppure troppo 'pesante'. Ma, ancor più, "Repeat!" è una raccolta importante ed utile per più di un motivo.
Innanzitutto permette la riscoperta di uno strumento che da qualche tempo a questa parte viene piuttosto ostracizzato, se non altro perchè associato a mal digeribili fioriture barocche. Eppure il flauto 'è' anche qualcosa d'altro e le possibilità che offre quando viene debitamente sollecitato sono molteplici. Bordoni, fraseggi, ritmi, respiri e rumori: nelle mani di Manuel Zurria diventa uno strumento in grado di rendere i suoni duttili e modellarli come pongo.
In secondo luogo permette agli ascoltatori più giovani di avvicinarsi ad artisti che troppo frequentemente vengono relegati nei seriosi cataloghi e/o scaffali dedicati alla 'musica classica'. Gli autori selezionati da Manuel Zurria sono infatti nomi non riconducibili al cosiddetto minimalismo, ormai straconosciuti anche dai gatti, tipo La Monte Young, Terry Riley, Tony Conrad, Charlemagne Palestine, Steve Reich, Philip Glass..., ma sono viceversa nomi che con la musica ripetitiva hanno avuto a che fare anche in modo marginale.
La scelta dei brani presenta un`ampia gamma di stili ed una prima divisione può prendere atto di due tipologie interpretative: quella sostanzialmente conforme alla scrittura originale e quella che presenta un adattamento da parte del flautista (in questa seconda categoria rientrano soprattutto quei brani che non erano originariamente composizioni per flauto).
Un`altra suddivisione (più minuziosa) può essere fatta fra i brani suonati su un solo flauto (acustico o elettrificato), quelli in cui ci sono più flauti sovrincisi e quelli in cui ci sono altre presenze quali voce, battito di mani, clavicembalo, nastro magnetico o altri sistemi elettronici.
Il primo dei tre CD raccoglie le composizioni di vari autori europei (Ungheria, Estonia, Francia e Olanda) con una presenza italiana (Salvatore Sciarrino). Il secondo è invece dedicato ad autori extra-europei (essenzialmente statunitensi ma con la presenza del sudafricano Kevin Volans. Nel terzo CD l`attenzione è nuovamente rivolta verso gli europei (Russia, Gran Bretagna e Ungheria), ma con una presenza italiana piuttosto consistente (Stefano Scodanibbio e Aldo Clementi con due composizioni a testa).
“Repeat” non è un semplice disco d`interpretazioni ma è qualcosa di più, è un`opera studiata e concepita come tale nella quale Manuel Zurria offre la sua veduta di quello che è stato l`utilizzo della ripetitività in musica nell`occidente. “Repeat”, alla fin fine, è in tutto e per tutto un disco `d`autore`.
Concludendo: bando ai timori ed acquistate questo triplo CD ad occhi chiusi.
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