Dopo “Il salmone del dubbio” di Douglas N. Adams, è la volta del “Carpaccio esistenziale” degli Ex-P, saggio in musica sulle variazioni ed interelazioni tra rock-in-opposition, psidechelia, Canterbury sound, jazz informale, improvvisazione e composizione. Gli Ex-P si confermano ottimi dopo il precedente “Ancora Saigon” ma fanno un passo in avanti per quanto riguarda la qualità della scrittura, più convincente, e un suono definitivamente di marca. E` una musica sopra le righe, causa la molteplicità di ispirazioni, e dalle atmosfere dall`alto spessore emotivo, già evidente nell`overture epica di eigender o nel cerimoniale di tre punti sotto il livello del mare; i due bassi tessono una ragnatela al cui interno si ritrovano imprigionate ipotesi infinite di soluzioni strutturali e sostanziali (il funk astratto di il ragno di foucault; il jazz di 5terre, con Alessandro Cartolari degli Anatrofobia, il rock/folk delle ultime due versioni di l`ultimo funk, lo spettro degli Henry Cow nella prima versione di l`ultimo funk). Quella degli Ex-P è una free-form affascinante e coinvolgente che non smette mai di rivelare nuovi ed intriganti particolari, come nella centrale, lunghissima e bellissima, carpaccio esistenziale in salsa insondabile (divisa in tre parti), snodo del disco e rappresentazione perfetta del suono Ex-P.
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