Troppo spesso mi capita di recensire materiali basandomi sul solo ascolto, tramite la tipica procedura del 'topo di biblioteca', mentre in realtà sarebbe utile poter contestualizzare il prodotto discografico e poter essere a conoscenza della mole di lavoro che c'è stata dietro. Credo proprio che, seguendo una prassi di questo tipo, molte delle mie recensioni potrebbero uscir fuori in modo diverso.
Seguire da vicino l'installazione "La fabbrica e la sua voce" di fhievel e Luca Sigurtà è stato indispensabile per capirla nella sua essenzialità (potete leggerne i resoconti, se all'epoca ve li siete lasciati sfuggire, nei nostri archivi alla sezione dedicata agli articoli).
Si è trattato di un`esperienza che oggi mi permette di contestualizzare questo CD, i cui suoni provengono proprio dalla mostra che si è svolta nel Maggio del 2007 presso la Fabbrica della ruota (oggi ecomuseo) di Pray. Il lavoro dei due piemontesi ha avuto la durata di alcuni mesi, durante i quali sono stati dapprima registrati i suoni dell'ambiente e dei macchinari della vecchia fabbrica tessile (debitamente rimessi in funzione) e poi, attraverso un altrettanto imponente lavoro di studio, è stata data sistemazione alle varie registrazioni. Si è trattato di un lavoro d'alta ingegneria che ha indubbiamente richiesto professionalità e passione. A tutto ciò è seguita la fase architettonica, cioè l'adattamento dei suoni ai vari locali dell'ambiente e la sistemazione dei diffusori. Avendo assistito all'inaugurazione della mostra posso ben dire che si è trattato di un lavoro eccelso e in grado di suggestionare anche un pubblico non particolarmente specialistico o sofisticato, e non do affatto a questi termini un valore positivo, qual'è quello che gravita intorno all'ex opificio di Pray, sicuramente abituato ad altri tipi di esposizione.
Infine da quelle registrazioni emerge oggi un nuovo aspetto, definibile come 'compositivo', e tramite questo notevole CD il lavoro del tandem biellese può finalmente raggiungere un pubblico di tipo più 'internazionale' (o, forse, sarebbe meglio dire meno locale). Al di là dell'estro messo in mostra dai due autori nelle varie fasi - l'abilità nell'adattare i materiali sonori alla loro diffusione su supporto è stata tale che il CD regge meravigliosamente, anche a decontestualizzazione avvenuta, fregiandosi di una musicalità che rende l'ascolto estremamente piacevole - ci sono altri elementi che innalzano "The Wheel" al rango di opera estremamente importante e significativa.
Importante perchè rapporta i due artisti al proprio territorio e conduce la sperimentazione sonora fuori dalle secche dei circuiti chiusi (intendo dire fuori da quei circuiti frequentati da musicisti ed addetti ai lavori che finiscono con l`ascoltarsi fra se). Importante perchè il coinvolgimento di un pubblico più vasto è l'unico sistema per uscire dal cosiddetto meccanismo del cane che si morde la coda, cioè dalla logica di una produzione sproporzionata di dischi che finiscono con il vendere un numero veramente irrisorio di copie. Sigurtà e fhievel si rapportano alla propria cultura, alle proprie tradizioni, alla propria storia ed alla propria terra attraverso un'operazione comprensibile da tutti coloro che condividono con i due artisti quella stessa esperienza e che conoscono la genesi di quei suoni, ma lo fanno con un'ottica e con mezzi tipici (direi esclusivi) della contemporaneità . In pratica i due svolgono lo stesso lavoro dei vari cantastorie (tipo i griot africani) che conservano e narrano le proprie tradizioni affidandosi alla memoria e/od alle varie forme di scrittura, e poco importa se la memoria è virata al digitale e se la narrazione non è affidata a parole e suoni strumentali ma a registrazioni d`ambiente.
Significativa, oltre che importante, "The Wheel" lo è perchè ha raccolto l`appoggio di quelle strutture coinvolte nella gestione dell`ecomuseo (DocBi) ed ha riscosso un discreto successo di pubblico.
Certamente si poteva fare di più (io stesso il giorno dell`inaugurazione vaneggiavo di una pubblicazione comprendente CD e libro) - ma questo è normale, e se così non fosse potremmo decretare la fine del pianeta - resta comunque il fatto di un`impresa portata brillantemente a compimento e meritevole di essere studiata e ricreata anche in altre situazioni.
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