Autore disco: |
Rising Appalachia |
Etichetta: |
Autoproduzione (USA) // UnWound Records (USA) // fromScratch (I) |
Link: |
www.risingappalachia.com |
Formato: |
CD // CD // Concerto |
Anno di Pubblicazione: |
2005 // 2007 // 2008 |
Titoli: |
1) Greasy Coat 2) Camp Meeting On The 4th Of July 3) Nobody's Fault 4) Say Darlin' Say 5) Maid Of Culmore 6) Fly Around My Pretty Little Miss 7) Coleman's March 8) Ducks On The Pond 9) Aint Gonna Work 10) Honey Baby Blues 11) Hey Ho / Home 12) Chitlin' Cookin' Time In Cheatham Co. 13) Lonesome John 14) Tuli Tuli // 1) Calculate Footsteps / Raleigh And Spencer 2) Gone Fishin 3) Unraveled 4) Old Fashioned Morphine 5) Whiskey Blues 6) When Its Golden 7) Sandy Buys 8) The Blackest Grow 9) Nikola 10) Honey Baby Blues 11) Gastle To The Barragicd 12 Gastle To The Barragics 13) Scale Down 14) Sail Away Ladies |
Durata: |
50:51 // 71:05 // 1 h circa |
Con: |
Leah Smith, Chloe Smith, Maurice Turner, Barbara Panter, Whit Conah, Jan Smith // Leah Smith, Chloe Smith, Maurice Turner, Joel Rives, John Grimm, Barbara Panter, Whit Conah, Forrest Kelly // Leah Smith, Chloe Smith, Jan |
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folk globale: sincerità contro il folk da rotocalco |
x e. g. (no ©) |
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Le sorelline Leah e Chloe provengono da Atlanta e amano girare il mondo per concerti o per puro spirito votato al nomadismo. Preferibilmente Leah suona il banjo e Chloe il violino, ma possono interscambiarsi o suonare anche altri strumenti, quali piccole percussioni, e sono in grado di armonizzare le proprie voci in modo magistrale. Il loro progetto Rising Appalachia è comunque un ensemble aperto che, sia nei dischi sia nei concerti, può dilatarsi a fisarmonica per coprire le esigenze di quel dato momento. Il folk degli Appalachi, nelle loro mani, viene contaminato con blues, gospel, hip hop, country, folk irlandese, musiche orientali, africane e quant`altro. Nulla di nuovo, sia chiaro, che una globalizzazione simile veniva già messa in opera mezzo secolo fa da gente come Davy Graham e le sorelle Collins. Ma le Rising Appalachia, seppur non siano affatto innovative, sono comunque in grado di presentare le loro canzoni con competenza, compostezza, gusto e sincerità , sbarazzando il folk da rotocalchi e copertine di moda e riportandolo nella dimensione del reale. Non tutto nei due dischi funziona alla perfezione, ma si tratta di materiale intransigentemente autoprodotto, ed è possibile avvertire qualche piccolo momento di stanca che poteva essere evitato, ma il feeling generale che li anima supplisce ampiamente a tali piccole pecche. Ancor meglio le sorelline riescono a fare in concerto e ho avuto modo di verificarlo direttamente in una splendida serata al birrificio “Atlantic Oil”. Le due peperine, accompagnate al contrabbasso elettrico da Jan (non ne conosco il cognome), hanno catturato l`attenzione del pubblico presente basandosi soprattutto su un paio di elementi forti: la voce profonda di Chloe (che contrasta con quella più acuta della sorella) ed il modo di suonare il banjo di Leah (che sfiora le corde con estrema delicatezza e scioltezza e sembra quasi non toccarle). Il loro modo di porsi nei confronti del pubblico è balzato subito agli occhi - due tizi hanno comprato i CD sulla fiducia ancor prima che il concerto avesse inizio - mostrando inequivocabilmente due personaggi `autentici` e scevri da qualsiasi tendenza al poseurismo. Se anche nella musica esistessero dei NAS, state pur certi che nella cucina delle sorelle Smith non troverebbero mai nulla d'irregolare o d`artefatto.
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