Approdano in casa Lizard o, meglio, nella side-label Zeit Interference, i liguri St.ride, che dopo aver navigato in acque lontane, vedi precedenti collaborazioni con Snowdonia e varie pubblicazioni sia su cassette che in formato CD autoprodotti, si ripresentano con un rapsodico gioiellino che raccoglie ben 20 composizioni, accomunate da un'altalenante e sensibile ironia che identifica il loro stile ormai da anni (e non è facile dosare ironia e leggerezza nell'elettroacustica).
"Piume che cadono" è un continuo sovrapporsi di pulsazioni elettroniche asimmetriche e sospensioni alienanti caratterizzate da griglie di suoni a volte sci-fi, a volte di stampo etnico asiatico (?) acustiche/sintetiche, ma il tutto iper filtrato e come criptato.
L'andamento del disco è catatonico (....si parla di piume...), i ritmi in 4/4 spesso claudicanti, nostalgici di una certa new wave ma per niente rileccati; e il bello è, curiosamente, che nonostante tutto, l'attenzione non cade mai, perchè attratta dall'incessante capolino di una micro-sfilza di campionamenti, interferenze concrete e di suoni presi in prestito dall'infanzia o resi irrimediabilmente sinistri perchè indefinibili e carichi di tensione. Se perdo me è l'unica traccia dove è rilevabile una litania di voce femminile (simil-orientale) che si insinua tra i suoni metallici (anch'essi orientaleggianti); Domenica mattina, per la sua tessitura gentile e ben ritmata, avrebbe a mio parere tutti i crismi per far parte del catalogo Morr.
La confraternita St.ride ha il dono di piegare e far combaciare qualsiasi suono alieno rendendolo piacevole o quasi domestico anche all'orecchio più distratto.
Occhio ai loro live set, dove tutto ciò è molto più evidente e prende vita con dinamiche sbalorditive.
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