So di essere in netto ritardo, ma quasi 4 ore di musica non sono affatto noccioline ed un ascolto serio con una conseguente valutazione ponderata vuole il suo tempo; d`altra parte chi l`ha già comprato l`avrebbe fatto anche senza questa recensione e per gli altri non è certo troppo tardi essendo il triplo CD ancora in catalogo. Le note biografiche vogliono Dockstader, oggi settantaquattrenne, fra i precursori nel campo della musica elettronica (un suo brano era stato incluso anche nella raccolta “Ohm: The Early Gurus Of Electronic Music”). “Aerial” è un lavoro concepito nella forma di tre CD pubblicati in tempi diversi nel corso del 2006, ma riunibili anche in un unico cofanetto, che sistematizzano l'interesse del suo autore nei confronti delle onde corte. I 59 brani della triplice raccolta rappresentano una selezione fatta sui 90 migliori missaggi estrapolati da una mole di lavoro complessivo ancor più mastodontica. Volendo dare dei riferimenti al lettore, e si tratta di riferimenti e non di `influenze`, direi che l`artista svaria fra i sottili continuum cosmici della Radigue, l`oscuro ambient angustioso di Lustmod ed il sontuoso sinfonismo spaziale di Ligeti, sfiorando anche le più recenti polluzioni in materia (Pan Sonic e compagnia bella). All`interno delle singole tracce si apprezza sempre una eccellente dinamica, sia come qualità di suono sia come idea di movimento spaziale, terreno o acquatico (alcuni brani evocano un`astronave od un treno in corsa e altri il flusso delle onde marine); e si apprezza pure una `concretezza` che a tratti richiama aspetti del `traffico` quotidiano. Se la maratona messa a punto non lascia intuire la veneranda età di Dockstader, i risultati raggiunti paiono invece spesso inequivocabili in tal senso e, a tratti, si fanno strada i vizi di una certa elettronica storica (soprattutto di quella in auge negli anni Settanta): tendenza al sovraccarico ed uso gratuito di sibili e/o svirgolate buttate là con l`unico scopo di decorare mentre in realtà spaccano le palle. “Aerial” è comunque nel complesso un buon lavoro e, dovendo dare onore ai meriti del suo autore, vi dico senz`altro di comprarlo; ma se devo dare un consiglio davvero spassionato al neofita lo orienterei prima verso i lavori storici del nostro (“Quatermass” è il più quotato di essi). Nel sito del musicista riportato sopra potete trovare sia la discografia sia i collegamenti per reperire i vari titoli.
|