“Krasota” è l`ultimissima collaborazione tra Leonid Fedorov & Vladimir Volkov, musicisti rock russi attualmente residenti a San Pietroburgo e già nella rock band Auktyon dalla carriera quasi ventennale.
Del disco me ne sono innamorato all`istante, giusto il breve tempo che è corso tra il consiglio di Etero Genio e l`ascolto di esso; difficile se non impossibile per il sottoscritto rimanere insensibile allo stravolto e allucinato cantautorato elettrico che i due ci propongono, che poco ha da dividere col passato (loro e di chi si cimenta con la musica tradizionale).
Fulminante l`inizio del disco con il blues-bionico di Мао (Mao) (un Mike Cooper in versione cyberpunk) e la devastata ballata di Шарон (Sharon) a rispolverare il fantasma dei Kletka Red e a proiettarcelo nel futuro. Il richiamo a quel combo di ebrei è forte e non solo alla luce del cantato russo che inevitabilmente ce li ricorda: certo manca quella tecnica spaventosa che sciorinavano i quattro berlinesi ed anche una forma di rispetto più marcata della componente tradizionale ma l`humus di ballate coinvolgenti come Полпот А (Polpot A), Шарон (Sharon) e Зла нет (Zla Net) non mente sulla bontà di questa associazione di idee.
Il disco è dedicato a personaggi della politica moderna non certo conosciuti per essere dei santi, ed ha dalla sua, come dicevo, un suono che poco lascia ai suoni della tradizione che però costituisce sempre la base su cui è costruito l`intero disco. Il substrato etnico è infatti coltivato e reinventato grazie ad un suono elettrico ed elettrificato (magistrali le pulsazioni ritmiche di Буш (Bush)) che esula dalle normali produzioni folk (l`elettronica sognate, quasi canterburiana di Фиделька (Fidelka), la suite di Пин Пут (Pin Put), improprio incrocio tra un piano e percussioni elettroniche, che si tinge di spirito hip-hop) regalando nuove interessanti prospettive e un forte sapore di novità . Un disco letteralmente bastardo.
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