Fa sempre piacere vedere un`artista che hai sostenuto fin dai primi timidi passi raggiungere il vertice, a livello di riconoscimento da parte degli `altri addetti ai lavori`, anche se sei conscio che il pubblico ha la memoria corta (oppure è bombardato da `troppe` informazioni) e difficilmente si ricorderà di simili quisquiglie. E neppure voglio rivendicare un poco credibile `date a cesare quel ch`è di cesare`, gli dei ce ne scampino, ma caso mai puntare l`indice sul fatto che tali riconoscimenti tardivi arrivano quasi sempre quando il suddetto artista ha già dato il meglio di sè ed ha ormai abbondantemente superato lo stato di plenilunio. Fortunatamente questo non è il nostro caso ché, pur non essendo “Eyes Set Against The Sun” nè più innovativo nè più bello dei suoi predecessori, Mira Calix mostra di non aver ancora abdicato all`idea di trovare soluzioni personali e, soprattutto, porta avanti questa ricerca con gusto e competenza. Un coro scolastico, parti orchestrali, parti strumentali, registrazioni e suoni di altro tipo, oltre a numerosi elementi multiculturali, si combinano e si incastrano senza alcuno squilibrio, senza seguire troppo impersonalmente i dettami di opere fondamentali come “Homogenic” di Biork e, anzitutto, senza venire mai meno a quegli elementi che contraddistinguono un`opera musicale in quanto tale. Così la grande complessità e il grande ingegno a livello di fattura, e i numerosi particolari che vanno a disegnare l`insieme, non influiscono affatto nella piacevolezza e nell`agevolezza dell`ascolto. L`unico neo potrebbe essere rappresentato dall`utilizzo di una mbira, una piccola moda del momento, che fa pensare ad una sorta di `pecorismo` dilagante in grado di mandare a farsi fottere la ricerca individuale e la personalità specifica del musicista. Ma in fondo lei, essendo di origine sudafricana, è una delle più accreditate all`utilizzo dello strumento. E poi il fine giustifica i mezzi, e i risultati danno ragione alle sue scelte. E pensare che Mira Calix era entrata alla Warp dalla porta di servizio, come pubblicista, ma forse è proprio questo suo essere qualcos`altro - in un momento in cui la musica non sembra più un affare da pentagramma ma un gioco scultoreo e/o pittorico da realizzare attraverso l`utilizzo dei suoni - a determinare la sua originalità e i risultati raggiunti. “Eyes Set Against The Sun” è un delizioso esempio di quello che potremmo catalogare come `nuovo folk urbano`.
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