I Lendormin congelano un istantanea post catastrofe in un solco (sanguinolento) aperto.
La catastrofe evocata dal duo Marco Maurizi e Cristiano Luciani (percussioni/live electronics/chitarra) ha le fattezze grigiastre di carne decomposta in cammino.
Ispirato dal lavoro di George Romero, “Night Dawn Day”, è opera cupa ed oppressiva.
L`universo evocato dal duo non lascia speranze, siamo in estinzione; carne non in scatola da scartare come merendina.
Tradotto: abbiamo perso su tutta la linea.
Armate lamentose di non-morti ondeggianti (e parecchio affamati), sciamano festosamente lungo le vie del centro storico.
Metafora sottile sull`esistenza del presente?
In compagnia di isolati sopravvissuti, i due Lendormin, ingaggiano aspra battaglia con le orde dalla grigia epidermide ma, alla fin fine; saggiamente optano per la fuga ben organizzata (ove questa riesca; chiaro questo no?).
L`inizio è da manuale, in compagnia di DBPIT (tromba, oggetti; effetti) si traccia il punto della situazione, constatato il proprio parziale isolamento la decisione è da prendersi fra:
arroccarsi sulla difensiva sino alla fine delle scorte oppure, tentare al momento opportuno una fuga verso luoghi ancora da stabilire; nel frattempo intorno a noi è tutto silenzio e lamenti dei non-morti.
Stralci para sinfonici lugubri e senza speranza.
Una tromba risuona in lontananza; raggelante.
L`attesa e la speranza che prima o poi la notte scompaia; Night.
Dawn induce all`azione, più di nervi scoperti che realmente cosciente; pur sempre azione gli è!
In compagnia di Ben Presto e Pico Sadun dei Larsen Lombriki (basso, sax e synth) si organizza un blitzkrieg inizialmente attento e coordinato che strada facendo si tramuta in uno spreco di munizioni insensato (ma soddisfacente per rumore provocato e teste staccate dal collo che ancora cercano di morderci nel momento del salto; ci limitiamo a dirgli benevolmente: fottuti stronzi grigi!).
Tempestosissimo spasm/free rock all`ultimo stadio che, son convinto, piacerebbe parecchio a Michael Gira se anche lui non fosse passato a (non) miglior vita dall`altra parte dello steccato.
Eppur di fronte a tanta devastazione si trova di che rallegrarsi (le teste degli zombie che saltano per l`appunto).
Le munizioni scarseggiano, i due Larsen Lombriki sono andati (rimasti indietro? Lasciati al loro destino? Mangiati, loro, da noi in piena corsa e trip caritatevole: ti mangio per non lasciarti mangiar da loro. Traduzione: meglio un morso mio che di un altro, consiglio; terminare in questo caso il prescelto prima di codesta azione. Attenzione! Non dopo!).
Strada facendo però abbiamo preso su Luca Miti ed il suo piano preparato (sperando funzioni).
Il Day ci coglie ancor dentro il labirinto cittadino con i lamentosi sempre alle spalle, bello che in questo caso l`ipotesi di velocità proposta nel “L`Alba Dei morti Viventi” non si riveli esatta, son dei classiconi questi; lenti e traballanti.
Ma tanto, tanto, tanto; affamati.
Sinistre coagulazioni impro/free/concrete ci inducono a cercar riparo in quella bassa palazzina poco distante.
Bisognerà abbattere le scale, far razzia di provviste, escogitare una via di fuga secondaria (eventuale) ed attendere (soccorsi che sappiamo non arriveranno).
Troviamo anche qualche cd impolverato e rigato di Morton Feldman che mettiamo svagatamente sul lettore portatile, una volta fatto tutto questo non resta altro da fare che mettersi in finestra ad osservare l`andazzo generale (ed aspettare).
La notte calerà di nuovo, chissà che non ci becchi proprio nella parte più tenera della carne (appena sotto il tricipite, oppure appena sotto la spalla, altezza petto più o meno).
“Night Dawn Day” è una cupa profezia che se abbinata all`imprescindibile “Manuale Per Sopravvivere Agli Zombi” di Max Brooks, vi potrà tornar molto utile nel metter in salvo la pellaccia (vi istruisce sul suono da percepire in caso di attacco; più o meno anche questo).
Opera feroce che colpisce nel segno.
Un`allucinazione free che speriamo non si tramuti in cupa profezia.
In tal caso; mirare sempre alla testa.
Bravissimi Lendormin!
P.S.
(Serbare un ultimo colpo per se stessi non è reato; basta esser precisi.)
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