Autore disco: |
АукцЫон (Auktyon) |
Etichetta: |
Геометрия (Geometriya) (RUS) |
Link: |
www.auktyon.com |
Email: |
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Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2007 |
Titoli: |
1) Профукал (Profukal) 2) Падал (Padal) 3) Ждать (Zhdat) 4) Роган Борн (Rogan Born) 5) Там-дам (Tam-dam) 6) Слова (Slova) 7) Дебил (Debil) 8) Возле меня (Vozle menya) 9) Долги (Dolgi) 10) Девушки поют (Devushki poyut) |
Durata: |
61:11 |
Con: |
Маrс Ribot, John Medeski, Ned Rothenberg, Frank London, Владимир Волков (Vladimir Volkov), Виктор Бондарик (Victor Bondarik), Борис Шавейников (Boris Shaveinikov), Николай Рубанов (Nikolai Rubanov), Михаил Коловский (Mikhail Kolovsky), Дмитрий Озерский (Dmitry Ozersky), Леонид Фёдоров (Leonid Fedorov), Олег Гаркуша (Oleg Garkusha) |
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un ottimo disco, anche se un po` controverso |
x e. g. (no ©) |
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Eccomi qui a recensire il nuovo e atteso CD, se non altro per la caratura degli ospiti presenti, dei sanpietroburghesi Auktyon. Si tratta si di un disco eccellente e ben suonato, trascinante e pieno di feeling, ad iniziare dal brano introduttivo che ci trasporta in piena festa caraibica: fiati a bestia, chitarra funky e fraseggi d`organo che ricordano Larry Young e Booker T. Jones (come chi sono?), a presentazione di una ghenga che non sogna certamente la California. E da qui all`epilogo non c`è tregua, con le musica che si snoda incessante fra i momenti più delicati e poetici, ma sempre carichi di tensione, di alcune splendide ballate (Vozle menya e Tam-dam) e i voli pindarici degli strumenti nei brani più tirati, con un gusto exta-terreno negli arrangiamenti (sentitevi Zhdat o Rogan Born), e con una sottile propensione alla citazione (non è Jim Morrison quello che emerge ad un certo momento in Tam-dam, non è di John McLaughlin la chitarra che si sente Slova e non è di Jimi quella che attacca Dolgi). Per registrare il disco il gruppo è volato a New York quasi al gran completo - manca solo il percussionista Pavel Litvinov - e si è avvalso della collaborazione di alcuni strumentisti locali; la presenza di Marc Ribot si fa naturalmente sentire... ma ottimi sono anche gli interventi del trombettista Frank London e del tastierista John Medeski (e chi poteva dubitarne), e immenso è Rothenberg allo shakuhachi nella parte introduttiva di Tam-dam. La recensione potrebbe terminare qui ma, siccome sono una piccola rogna, voglio cercare il pelo nell`uovo. Innanzi tutto direi che la voce di Fedorov poteva essere tenuta più a freno, soprattutto in occasione di alcune scat-seggiature che escono un po` dalle righe. Poi direi che non viene offerto nulla di veramente nuovo - ad esclusione di Devushki poyut, un pezzo molto dilatato e caratterizzato dai delay di Ribot - e va così in fumo l`occasione offerta dalla trasferta americana e dalla presenza degli ospiti di cui abbiamo detto. L`impressione è che il gruppo sia oggi più che altro una rodata e infallibile macchina da palco, ma un po` ferma par quanto riguarda il lavoro in studio (il precedente disco registrato in studio è “Bird” del 1993); in “It`s Mum” del 2002 si era cercato di rimediare con una registrazione `live in studio` che era eccellente, però in quell`occasione i musicisti sguazzavano ad occhi chiusi in quella che è la loro pozza, mentre questa nuova soluzione per uscire dall`impasse mi pare che non venga colta in tutto quello che aveva da offrire. D`altra parte ho l`impressione che Leonid Fedorov, che è indubbiamente l`elemento trainante degli Auktyon, sia al momento concentrato sulla sua attività solista e dedichi ad essa la maggior parte dei suoi sforzi. Nell`articolo che ho recentemente dedicato al gruppo mi domandavo «ma qual è il [loro disco] peggiore!?!!»... credo di avere trovato la risposta.
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