Mentre il boss della rudiMENTALE ne combina di grosse con la Setola Di Maiale, per la sua label escono due nuove release. Progetto interessantissimo questo di Paolo D`Alonzo (con la collaborazione di Giacomo Di Paolo) a nome Chance:Risiko, per sua stessa ammissione, un concept realizzato tramite l`adesione al citazionismo, al cut-up sonoro ed allo studio delle varie possibilità , musicali e concettuali, che da esse derivano, fino alla loro trasformazione e rinascita in un unicum corpo. Suite è una traccia che vede l`autore inserire squarci elettronici e improvvisazioni folk su sonorità cinematografiche, herz aus glas, un collage di frammenti parlati legati tra loro da un`elettronica post-atomica, phobias sovrappone derive elettroniche a delicate sonorità pop, mentre idea n.1: m-idm e idea n.2: “E` il principio della fine”, riabbracciano il rock, certo jazz e l`elettronica più wave. Queste sono alcune delle tracce in cui ritrovate suggestioni puntualmente presenti, in mosaici sempre differenti, anche nei restanti pezzi; Paolo D`Alonzo, armato di voce, chitarra, piano, programming e sampling crea un lavoro suggestivo, si dimostra non solo un ottimo assemblatore di fonti sonore, ma anche un creativo creatore (scusate il gioco di parole) di paesaggi sonori.
Post scriptum: il disco piace anche a mio padre, che è di ascolti colti e difficili.
Su i St.ride vi rimando alla fresca intervista di Matteo Uggeri a Maurizio Gusmerini (vedere sezione `articoli`), uno dei due membri del duo insieme ad Edo Grandi. Mi limito qui a recensire il nuovo disco in mp3 da poco on line sul sito della rudiMENTALE. “Carne al fuoco” vede i laptop dei due romani prodursi in evoluzioni elettroniche che inglobano l`errore come parte integrante del loro universo e l`incedere dei bits come motore di esso. L`iniziale pulsione primaria è proprio questo: una sequenza asincrona di bits elettronici, con una frase musicale che ritorna e che si scompone; neanche una nuvola sembra invece una versione spastica di una qualche sonorità di casa Warp, con un incedere percussivo calzante e brevissimi campioni vocali freneticamente irregolari; troppa luce sembrano i Pan Sonic suonati da un gruppo della Load, mentre Uno hommage au cirque equestre è una deliziosa marcetta folk; sul finale tra la La bocca che scuce e Gabbietta (non così distante dai Sinistri) emergono anche suggestioni avanguardiste. I St.ride, non lo scopriamo certo oggi, sono un gruppo coi controcazzi, da seguire assolutamente.
In contemporanea a “Carne al fuoco” sul sito dei St.ride è disponibile un altro album in mp3 da titolo, veramente poco credibile, di “Sucks”. Due centri.
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